Mentre i diritti umani vengono calpestati dalla politica xenofoba del governo legastellato, con il cosiddetto Decreto Sicurezza e immigrazione, nelle scuole si tenta di reagire, di mantenere saldi i principi costituzionale dell’istruzione uguale per tutti, della libertà di insegnamento e del dovere di accoglienza e d’asilo. Per contrastare il razzismo bisogna cominciare da lì, dalle scuole. Per “rimuovere quegli ostacoli che impediscono lo sviluppo della persona umana”, come dice l’articolo 3 della Costituzione.
Proprio oggi, 10 dicembre, anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani il Tavolo Saltamuri lancia la campagna Mille scuole aperte per una società aperta.
Fino al 17 dicembre si raccolgono adesioni e informazioni presso associazioni, scuole, comitati, gruppi di scuole o singoli cittadini. «Chiediamo a tutte e tutti gli insegnati che hanno progettato o stanno realizzando percorsi di educazioni ai diritti, alla cittadinanza, allo studio delle migrazioni e alla comprensione delle diverse realtà del mondo, di informarci su ciò che stanno
realizzando nelle scuole o in altri luoghi educativi».
Nel sito Saltamuri ci sono materiali didattici e in quello del Mce c’è un’apposita scheda da riempire. In questo modo sarà possibile avere una mappa di un’altra Italia, quella delle scuole e della formazione, quella dove le differenze culturali e la diversa provenienza geografica degli studenti costituiscono una ricchezza e non un minus.
Saltamuri, ricordiamo, è nata questa estate dopo gli episodi di Lodi dove un’ordinanza del sindaco leghista aveva impedito ai bambini di origine straniera di accedere ai servizi della mensa e dei trasporti e di Monfalcone dove, sempre un’amministrazione leghista, aveva messo un tetto al numero di bambini stranieri.
Il tavolo Saltamuri di cui fanno parte un centinaio di associazioni, e di cui un animatore è il maestro Franco Lorenzoni, è stato presentato alla Camera il 17 ottobre 2018. «Come ad Adro anni fa – aveva spiegato al’Ansa Giancarlo Cavinato, responsabile del Mce e portavoce del Tavolo – funzionari, enti locali e dipendenti del Miur operano scelte che discriminano bambini per censo e provenienza, relegandoli in classi ghetto, separandoli da momenti essenziali della vita scolastica».
Adesso la campagna vuole promuovere «percorsi didattici, iniziative, dibattiti, manifestazioni e concerti per contrastare la povertà educativa, la disgregazione sociale e la crescita dell’intolleranza».