Adesso ululano tutti che "la vita è sacra". E andrebbe anche bene se non fossero gli stessi che poi sparerebbero ai barconi oppure che negano tutte le vite torturate, spezzate, violentate, affamate, assetate, cotte dal sole e congelate dal freddo. Sulla sentenza della Consulta sul caso di Dj Fabo come al solito vengono fuori tutte le incongruenze di quelli che vorrebbero decidere della vita degli altri ma che non sono disposti a cambiare una virgola della propria: non sono buoni, sono semplicemente incapaci di affrontare la libertà. E sono incapaci di affrontare le libertà degli altri perché non hanno la struttura culturale per comprendere che il loro unico spavento è che crollino le false convinzioni da benpensanti che come croste li rassicurano che il mondo vada come vorrebbero loro. Ciò che stupisce delle reazioni avverse all'assoluzione di Marco Cappato è che in fondo per chi non è d'accordo con quella sentenza non cambia nulla, nemmeno una virgola, niente di niente: chi crede che togliersi la vita sia un gesto inaccettabile può tranquillamente agire di conseguenza. Ma la tentazione di imporre il proprio credo (agli altri, sempre con l'atteggiamento di chi dice "fate quello che dico non fate quello che faccio") per loro è irresistibile. Per questi la libertà è il diritto d'imporre la propria visione del mondo. Sono spaventatissimi dalla coabitazione non solo di persone diverse ma anche di pensieri diversi perché non hanno nessuna attitudine alla socialità: sono animali asociali e vorrebbero rendere asociali anche gli altri per curare i propri complessi di inferiorità. La vita è sacra ma i migranti possono morire a casa loro o agonizzare in Libia. La vita è sacra ma Giulio Regeni non è sacro perché se è morto allora c'è qualcosa di strano. La vita è sacra ma le donne ammazzate se la sono cercata. La vita è sacra ma i figli delle loro amanti no. La vita è sacra ma gli ammazzati dall'ILVA bloccano il progresso. La vita è sacra ma i morti degli altri non gli interessano. Falsi benpensanti, moralisti con il culo degli altri. Bravi. Buon venerdì.

Adesso ululano tutti che “la vita è sacra”. E andrebbe anche bene se non fossero gli stessi che poi sparerebbero ai barconi oppure che negano tutte le vite torturate, spezzate, violentate, affamate, assetate, cotte dal sole e congelate dal freddo.

Sulla sentenza della Consulta sul caso di Dj Fabo come al solito vengono fuori tutte le incongruenze di quelli che vorrebbero decidere della vita degli altri ma che non sono disposti a cambiare una virgola della propria: non sono buoni, sono semplicemente incapaci di affrontare la libertà. E sono incapaci di affrontare le libertà degli altri perché non hanno la struttura culturale per comprendere che il loro unico spavento è che crollino le false convinzioni da benpensanti che come croste li rassicurano che il mondo vada come vorrebbero loro.

Ciò che stupisce delle reazioni avverse all’assoluzione di Marco Cappato è che in fondo per chi non è d’accordo con quella sentenza non cambia nulla, nemmeno una virgola, niente di niente: chi crede che togliersi la vita sia un gesto inaccettabile può tranquillamente agire di conseguenza. Ma la tentazione di imporre il proprio credo (agli altri, sempre con l’atteggiamento di chi dice “fate quello che dico non fate quello che faccio”) per loro è irresistibile.

Per questi la libertà è il diritto d’imporre la propria visione del mondo. Sono spaventatissimi dalla coabitazione non solo di persone diverse ma anche di pensieri diversi perché non hanno nessuna attitudine alla socialità: sono animali asociali e vorrebbero rendere asociali anche gli altri per curare i propri complessi di inferiorità.

La vita è sacra ma i migranti possono morire a casa loro o agonizzare in Libia.

La vita è sacra ma Giulio Regeni non è sacro perché se è morto allora c’è qualcosa di strano.

La vita è sacra ma le donne ammazzate se la sono cercata.

La vita è sacra ma i figli delle loro amanti no.

La vita è sacra ma gli ammazzati dall’ILVA bloccano il progresso.

La vita è sacra ma i morti degli altri non gli interessano.

Falsi benpensanti, moralisti con il culo degli altri.

Bravi.

Buon venerdì.

Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.