Tutti parlano di soldi. Il mondo gira intorno ad essi e in nome di essi. Per ottenerli si scatenano guerre, omicidi, rapine, delitti efferati. Si evadono tasse, ci si corrompe, si tradisce la propria etica e la propria morale. Il denaro è diventato uno dei dogmi più inviolabili del nostro tempo, eppure in pochi si sono mai interrogati veramente su che cosa sia, da dove venga, dove vada e soprattutto se ci possono essere altre forme di economia e altri mezzi per farla “muovere”.
Negli ultimi decenni, poi, la moneta stessa è diventata qualcosa di quasi religioso. Ci sono monete “forti” e “deboli”, movimenti pro-euro e no-euro, spread e tassi di interesse, speculazioni finanziarie e crolli bancari. Tutto sembra in qualche modo “dato”, inevitabile, ma non è così.
L’esperienza del Sardex lo dimostra e vedremo in che modo. Ma partiamo dall’inizio.
Il denaro viene normalmente definito come «tutto quello che viene utilizzato come mezzo di pagamento e intermediario degli scambi» e che svolge le funzioni di misura del valore (come unità di conto); mezzo di scambio nella compravendita di beni e servizi e in genere nelle transazioni commerciali (moneta come strumento di pagamento); riserva di valore (mantiene il valore nel tempo).
Tre funzioni semplici e lineari che però non vengono svolte da tutti gli strumenti oggi considerati “moneta”. Ad esempio il Bitcoin, la celebre criptovaluta di cui da qualche anno tutti parlano, non funziona bene come misura di valore, o come mezzo di scambio, essendo per sua natura…
Daniel Tarozzi è giornalista, scrittore e documentarista. Dal 2012 gira l’Italia in camper, treno e a piedi alla ricerca di persone che stanno cambiando in meglio il Paese. Da questo lavoro sono nati libri, documentari, spettacoli teatrali e un giornale web, Italia che cambia. Prima del saggio appena uscito per Chiarelettere “Una moneta chiamata fiducia. Oltre il denaro”, ha scritto anche “Io faccio così” (Chiarelettere) e “E ora si cambia” (con Andrea Degl’Innocenti) per Terra Nuova e Arianna editrice.