Settant’anni fa Gianni Rodari pubblicò “Il romanzo di Cipollino” che ebbe uno straordinario successo in Unione Sovietica. Dove lo scrittore si recò, incontrando bambini, insegnanti e intellettuali. E ancora oggi, come racconta il libro di Anna Roberti, è un autore amato nei Paesi post comunisti

Il 1951 è un anno importante per Gianni Rodari, viene pubblicato Il romanzo di Cipollino per le Edizioni di cultura sociale che assunse in seguito il titolo di Le avventure di Cipollino. Ancora oggi è uno dei romanzi di Rodari più conosciuto e tradotto, soprattutto nei Paesi dell’ex Unione Sovietica. Dal testo sono stati adattati spettacoli teatrali e film di animazione.
Anna Roberti, traduttrice e interprete che ha diretto per vent’anni l’Associazione culturale Russkij Mir di Torino è l’autrice del libro Cipollino nel paese dei Soviet – dall’omonimo titolo dell’articolo scritto dal politico e attivista del Pci Paolo Robotti sulla terza pagina de l’Unità il 20 dicembre 1952. Proprio attraverso questo titolo l’autrice ricostruisce la notizia, con un chiaro percorso storico e filologico, dell’avvenuta conoscenza da parte degli intellettuali russi dei primi lavori del poeta di Omegna.

Uscito nell’ottobre 2020 per edizioni Lindau, è un saggio che per la prima volta fa un’ampia e precisa ricerca del successo dello scrittore in Unione Sovietica. Diviso in 13 capitoli, tre appendici e un post scriptum, dedica una lunga indagine al rapporto di Rodari con la cultura del Paese comunista, dei viaggi che intraprese in Urss, degli incontri con i bambini delle scuole e dei suoi romanzi e filastrocche che continuano ad essere tradotti. Nella Federazione russa Gianni Rodari è riconosciuto come l’autore italiano più amato.
Nel gennaio del 1951 viene pubblicato Il teatro del Pioniere, come supplemento a La Repubblica dei ragazzi, rivista dell’Associazione pionieri d’Italia. Si tratta di fiabe sceniche che connotano da subito Rodari come autore versatile, capace di attrarre i bambini verso l’esperienza teatrale e dimostrando subito il suo stile scandito e chiaro.
Sempre nel gennaio del ’51, come ricorda con rigore nel suo libro Roberti, uscirà in terza pagina de l’Unità «un corposo articolo che dà notizia» di un libro divertente e originale «gustosamente» illustrato da Giuliana Mafai con prefazione di Davide Lajolo per le Edizioni del Pioniere: è il primo libro di Gianni Rodari, Il libro delle filastrocche (1950), dove confluiscono diversi testi usciti sulle rubriche La domenica dei Piccoli e Piccolo mondo nuovo.

Nella primavera del ’51, viene pubblicato per Edizioni di cultura sociale il Manuale del Pioniere. Questa è un’opera apparentemente lontana dalle favole e filastrocche dall’autore, vi è presente un’evidente ideologia, data anche dal momento storico, quale la ricostruzione di un Paese uscito dalla seconda guerra mondiale. Il Manuale avvierà la ricerca ed elaborazione di un pensiero che porterà ad importanti indagini e studi nel susseguirsi degli anni, articoli usciti su Paese Sera e saggi come Grammatica della fantasia. Compare dopo un processo che…


L’articolo prosegue su Left del 21-27 maggio 2021

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