Nel 1954 Piero Calamandrei pronunciò queste parole ricordando la Resistenza contro il nazifascimo: «Era giunta l’ora di resistere». Resistere è ciò che abbiamo fatto in questi anni di pandemia, è un’azione collettiva che questo Paese sperimenta da sempre: la liberazione dall’Italia e la lotta quotidiana contro le mafie, il malaffare, la corruzione piccole e grande, contro la cultura del più furbo che dileggia chi invece segue le regole del vivere in comunità.
Trame è cresciuta, è alla sua decima edizione, e lo ha fatto anche in questo momento difficile per il Paese, stretto tra paure di ogni giorno e incertezze sul futuro, che acuiscono le disuguaglianze soprattutto nei territori più periferici dove il ricatto del bisogno imprigiona una diffusa parte dei cittadini. Ragionare su come sostenere chi vorrebbe liberarsi, ma non ha la forza e gli strumenti, dal bisogno per non dipendere dai clan e dalle clientele, discutere su come resistere contro la prepotenza del più forte, acquisire consapevolezza su come si muovono le grandi organizzazioni mafiose oggi nel mercato neoliberista, ragionare sul presente e sulle condizioni che bloccano il progresso del Sud (quindi dell’Italia). Durante il festival seguiremo queste direttrici, per offrire a chi sarà con noi una narrazione organica di tanti fenomeni che possono sembrare separati tra loro ma che in realtà sono connessi.
La Calabria sarà al centro delle giornate del festival: le sue potenzialità, i suoi mali, le prospettive. Convinti che è da qui che l’Italia deve ripartire, valorizzando il meglio di questo territorio. Una terra di emigrazione e di accoglienza, ma anche di un violento corpo a corpo contro la ‘ndrangheta. In questa edizione ricorderemo la nascita del movimento antindrangheta in Calabria, che a differenza di quanto si pensi risale a decenni fa. È falso il racconto di una terra omertosa e arresa, lo dimostrano le storie delle vittime e di chi ancora è vivo e ha combattuto contro i mafiosi, contro i loro complici, contro il sistema criminale, che si rafforza con il racconto fatalista di una Calabria ferma, immobile, senza speranza.
Il festival vuole fare la propria parte, con gli strumenti della cultura, dell’informazione, del giornalismo e della letteratura. Conoscere, raccontare, confrontarsi e ragionare, per demolire stereotipi e mettere in moto il cambiamento. Avremmo voluto organizzare molti più eventi, il periodo però non lo permette e abbiamo provato a fare una sintesi delle questioni sulle quali è urgente confrontarsi e stimolare chi governa ad agire perché sulle mafie il silenzio prevale ancora sulla consapevolezza. Incontri, libri, dibattiti, proiezione di documentari, laboratori di giornalismo e musica.
Tutto questo sarà Trame 10, che proverà a offrire il racconto della realtà in cui viviamo attraverso i fatti accaduti e l’analisi di ciò che potrebbe succedere: dal grande riciclaggio al tempo del Covid-19, alla gestione della pandemia in Calabria e al Nord, dagli affari delle cosche con le mascherine, alla massoneria come strumento di legittimazione dei capimafia, dalle storie delle vittime alle comunità che resistono, dell’ambiente ostaggio delle multinazionali e dei poteri criminali, dallo sfruttamento dei bambini nel sistema malato del calcio, alle donne con il loro mestiere provano ad arginare l’arroganza dei boss.
TRAME.10, Festival dei libri sulle mafie si tiene a Lamezia Terme (Catanzaro), dall’1 al 5 settembre in piazza San Domenico
L’autore: Giovanni Tizian, giornalista e scrittore, è il direttore artistico di Trame10
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