I colossi della farmaceutica che hanno prodotto i vaccini anti Covid grazie ad ingenti investimenti pubblici hanno ottenuto ricavi monstre. Ma le tasse sugli utili di Moderna e Pfizer - denunciano Emergency e Oxfam - sono state di appena il 7% e il 15%. E i prezzi per dose sono aumentati fino a 24 volte il costo stimato di produzione

Per una indomabile inclinazione verso quelli che dicono le cose senza troppi inutili condizionamenti non ho potuto non apprezzare il comunicato che hanno confezionato Oxfam e Emergency in vista dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite e del summit virtuale sul Covid che il presidente Usa Joe Biden intende convocare in concomitanza con l’assemblea Onu, mentre tutti si preoccupano di grattare sulla superficie dei retroscena o si rincorrono per conoscere in anticipo il menu.

Oxfam e Emergency raccontano senza troppi giri di parole che: «Grazie ai monopoli sui vaccini anti-Covid19, Moderna, Pfizer e BioNTech stanno realizzando profitti astronomici, con i due colossi americani che inoltre stanno pagando imposte irrisorie. A fronte di un investimento pubblico complessivo nel 2020 di oltre 8,3 miliardi di dollari a carico dei contribuenti americani ed europei per lo sviluppo dei vaccini, le 3 aziende hanno registrato nel primo semestre dell’anno ricavi per 26 miliardi di dollari, con un margine di profitto superiore al 69% nel caso di Moderna e BioNTech, mentre resta non formalmente verificabile quello di Pfizer. I ricavi sono da capogiro, grazie alla vendita di oltre il 90% delle dosi prodotte al miglior offerente tra i paesi ricchi e rincari del prezzo per dose, fino a 24 volte il costo stimato di produzione».

Non solo: «A fronte di livelli di redditività esorbitanti nel primo semestre dell’anno in corso, le 2 aziende americane, Pfizer e Moderna, hanno mostrato un profilo contributivo difficilmente definibile come congruo: Moderna ha versato nel primo semestre 2021 un’aliquota effettiva di appena il 7% e Pfizer del 15%. Aliquote così basse sono sintomatiche di un sistema fiscale distorto ed iniquo, che consente a corporation con ricavi miliardari di pagare, in proporzione, molto meno di quanto versano al fisco famiglie, che hanno il lavoro come unica fonte di reddito».

«Sulla base dei dati nei rendiconti trimestrali del 2021 – prosegue la nota – la People’s vaccine alliance stima che Moderna abbia registrato, nel primo semestre 2021, ricavi dalle vendite del suo vaccino per oltre 6 miliardi di dollari, con profitti per 4,3 miliardi. La società prevede di realizzare vendite di dosi di vaccino per 20 miliardi di dollari nell’arco dell’intero 2021. Nel frattempo ha versato su scala globale un’aliquota fiscale a una cifra (7%), contribuendo per appena 322 milioni di dollari».

I vaccini, insomma, sono una manna dal cielo per le casse delle aziende farmaceutiche che hanno goduto di straordinari aiuti di soldi pubblici. Ci si aspetterebbe perlomeno un’etica anche morbida per quello che riguarda i profitti e soprattutto ci si aspetterebbe la responsabilità di non creare un monopolio su ciò che oggi riesce a sbloccare la vivibilità e l’economia. E invece niente. Come notano Oxfam e Emergency «i Paesi ricchi che iniziano la somministrazione delle terze dosi mentre la maggior parte dei Paesi fatica a garantire le prime dosi al proprio personale sanitario, evidenziano la drammatica iniquità nel modo di condurre la nostra battaglia contro il virus».

Di fronte a tutto questo, per mera utilità politica, tace la destra che dovrebbe accostarsi al tema della responsabilità e della solidarietà (due temi di cui non conoscono nemmeno il vocabolario) ma tacciono anche quegli altri che sono terrorizzati dal rischio di apparire No vax e preferiscono abbracciare la via della banalità.

Così i poveri muoiono, i ricchi si salvano pagando lautamente e i cosiddetti “salvatori” si arricchiscono in modo smisurato. Ed è una perfetta fotografia del mondo disuguale in cui viviamo. Ed è anche la perfetta testimonianza della codardia con cui continuano a subirlo.

Buon venerdì.

 

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SentenzaCC 921

Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.