Ieri Tommaso Montesano, giornalista di Libero, ha pensato bene di scrivere un tweet che recita testualmente: «Le bare di Bergamo stanno al Covid19 come il lago della Duchessa sta al sequestro Moro», costruendo un parallelismo tra il negazionismo del falso comunicato delle Brigate Rosse e le false (secondo lui) morti nella città bergamasca. Ovviamente un’affermazione così grave è salita subito alla ribalta: che i camion di Bergamo siano una costruzione scenica ormai è credenza solo dei più penosi cretini negazionisti. Gente che non ha nulla a che vedere con gli eventuali critici sul Green pass.
Tommaso Montesano però è riuscito a compiere un miracolo visto che ha spinto perfino Libero a vergognarsi, cosa che pareva incredibile. Il direttore Alessandro Sallusti ha spiegato all’Ansa «di aver chiesto all’azienda di valutare con gli uffici legali se ci sono gli estremi per un licenziamento». «Trovo quanto scritto di una gravità inaccettabile – ha aggiunto il direttore -. Non solo è un falso ma è un falso che offende la nostra testata e la redazione: i più arrabbiati sono proprio i colleghi».
Nelle ore successive esce un altro comunicato: «Il Comitato di redazione del quotidiano Libero si dissocia dagli interventi con i quali un collega nella sostanza nega una correlazione tra la foto simbolo delle bare di Bergamo e il Covid. E si scusa con le famiglie delle decine di migliaia di persone che hanno perso la vita a causa della pandemia. Si possono avere le idee più diverse su vaccini e Green pass, ma le teorie negazioniste sono quanto di più lontano dai valori dei giornalisti di Libero».
Montesano figlio, colto in fallo, ovviamente ci dice di essere stato frainteso e nel suo profilo Facebook scrive: «Il mio tweet, su cui in molti in queste ore si stanno scagliando, è stato gravemente equivocato. Il mio pensiero era un semplice parallelismo – espresso in modo icastico ma evidentemente infelice – tra la forza simbolica dei camion militari di Bergamo, che hanno avuto il merito di far aprire gli occhi anche ai più scettici che negavano la gravità della pandemia, e le immagini della ricerca del corpo dell’onorevole Moro nel lago della Duchessa che, secondo le ricostruzioni storiche, convinsero l’opinione pubblica ad accettare l’ineluttabilità del destino di Moro!». Poi ovviamente chiude tutti i suoi profili social, atteggiamento tipico di chi è convinto di essere nel giusto.
L’infelice uscita fa il paio con l’atteggiamento del padre Enrico, ormai idolo dei complottisti: le figuracce a volte sono familiari. Ci sono stelle in discesa che cercano conforto tra i complottisti ma pure stelle in ascesa. Complimenti ad entrambi.
Buon giovedì.