Il ministro della Difesa Crosetto dovrebbe chiarire se l’arrivo anticipato di nuove armi atomiche nelle basi Usa in Italia è stato concordato oppure subìto. E se vorrà interessarsi del destino degli ex soldati ammalatisi o morti a causa dell'uranio impoverito

“Forze armate, missione sicurezza” è il titolo dello spot pubblicato sul sito ufficiale del ministero della Difesa in occasione del prossimo 4 novembre. Accompagna lo spot una nota rilasciata dal ministro della Difesa Crosetto: «Il 4 novembre, Giorno dell’unità nazionale e Giornata delle forze armate, è il riconoscimento di tutti i militari che, in Italia e all’estero, servono il Paese con passione, dedizione e sacrificio. Celebrare, oggi, il Milite ignoto rappresenta l’omaggio alla memoria dei caduti italiani nella Grande guerra, ma anche di tutte le guerre e missioni nazionali e internazionali. Ai militari, che hanno pagato con il prezzo della vita il loro servizio all’Italia, va la riconoscenza da parte di tutti i cittadini italiani».

La retorica di circostanza accompagna anche quest’anno le inutili stragi di ieri e di oggi nascondendo sotto il tappeto una tragica realtà. L’Italia, benché non sia mai stata minacciata o attaccata da nessuno è un Paese belligerante da almeno 31 anni ossia da quando partecipò alla prima guerra del Golfo. Da allora il nostro Paese ha cambiato modello di difesa plasmandolo sul modello anglo-statunitense e obbedendo all’esplicita richiesta che gli stessi Stati Uniti rivolsero agli alleati al summit Nato di Roma del 1991.

Nel corso di quel vertice venne peraltro sancita l’infausta espansione verso Est dell’Alleanza atlantica che risulta essere tra le cause della odierna escalation bellica. Anche in Italia la truppa è stata professionalizzata per trasformare le forze armate in un moderno corpo di spedizione da integrare nella nuova fase di espansione militare globale della Nato. È stata una follia dettata da un cieco e sordo servilismo atlantista. In 31 anni di belligeranza abbiamo infatti accumulato pesantissime e documentabili responsabilità di guerra.

Ma c’è di peggio: Stati Uniti, Regno Unito e Nato hanno riversato, nel corso delle guerre illegali portate avanti in questo periodo, centinaia di tonnellate di uranio impoverito su vastissimi territori in Iraq, Afghanistan e Balcani (Serbia, Kosovo, Bosnia). L’uso massiccio di armi all’uranio impoverito ha provocato in quei territori, e non solo, un disastro ambientale ed una vera e propria epidemia che ancora oggi continua a mietere decine di migliaia di vittime. Soltanto in Italia ci sono almeno 8mila ex militari colpiti da gravissime patologie legate all’esposizione a questo metallo pesante nel corso delle così dette “missioni di pace”. Altri 400 sono morti.

A tutti questi veterani i ministri e le ministre della Difesa hanno sinora negato verità e giustizia nonostante le centinaia di sentenze risarcitorie perse dallo stesso dicastero nei tribunali italiani di ogni ordine e grado compreso il Consiglio di Stato. Vedremo se il ministro Crosetto al di là della retorica da “fratello d’Italia” vorrà interessarsi della sorte e della mancata “sicurezza” di questi ex soldati che una volta ammalatisi o morti “per servire la Patria” sono poi stati scaricati come sacchi da trincea. Oppure vedremo quale approccio terrà di fronte alla “sicurezza” di ambiente, civili e del personale militare coinvolto nelle attività del poligono Nato di Capo Teulada in Sardegna, su cui la Procura di Cagliari ha aperto una inchiesta per disastro ambientale che ha visto indagati i generali Valotto, Errico, Rossi, Santroni e Graziano (già “promosso” alla presidenza di Fincantieri).

Infine forse ci potrà dire, il ministro Crosetto, se l’arrivo anticipato delle nuove armi atomiche statunitensi B61-12 nelle basi di Aviano (Pordenone) e Ghedi (Brescia) è stato concordato o subìto così come se il suo dicastero sia stato messo a conoscenza ed abbia eventualmente approvato l’uso della base siciliana di Sigonella per missioni di droni e pattugliatori statunitensi nel mar Nero mentre venivano attaccate navi russe dall’esercito ucraino.

A quanto pare la “sovranità nazionale” rivendicata dal suo partito sembra piuttosto limitata considerato che il nostro territorio continua ad essere utilizzato come rampa di lancio per una guerra tra superpotenze mentre i nostri contingenti vengono impiegati direttamente a ridosso dei confini con la Russia e gli invii di armi all’Ucraina continuano ad essere secretati come del resto gli stessi accordi che regolano la presenza militare statunitense nel nostro Paese.


* L’autore: Gregorio Piccin è Responsabile pace del Partito della rifondazione comunista – Sinistra europea