La rete End Fossil ha organizzato una mobilitazione di due settimane alla Sapienza di Roma. Gli studenti hanno chiesto di non rinnovare gli accordi tra aziende considerate climalteranti e l'ateneo e una didattica che favorisca la conoscenza della crisi climatica in tutti i suoi aspetti
«Il problema principale in questo momento non è la consapevolezza dei cambiamenti climatici, lo abbiamo visto anche con i sondaggi dopo l’alluvione in Emilia-Romagna, dove più o meno il 60% della popolazione riconosceva come causa del disastro la crisi climatica. Il problema è costituito piuttosto dagli interessi economici e politici delle grandi aziende che da una parte provano a ridurre e annebbiare la questione tramite il greenwashing e dall’altra influenzano l’azione dei governi che invece dovrebbe essere drastica e immediata». Questa analisi è di Matilde Fravolini e Dario Caglioti, studenti della Sapienza che fanno parte della rete End Fossil, costituita da comitati studenteschi universitari, associazioni ecologiste del territorio e attivisti protagonisti di una occupazione-mobilitazione che si è svolta dentro la più grande università d’Europa. Un’azione che rientra in un più vasto movimento internazionale all’interno degli atenei.
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