Guerre, cambiamento climatico, violazioni dei diritti umani. Il j'accuse del Segretario generale Guterres non risparmia nessuno

Il discorso di Antonio Guterres all’Assemblea generale delle Nazioni Unite fotografa questo tempo.

«Nonostante tutti i suoi pericoli, la Guerra Fredda aveva delle regole», afferma Guterres, contrapponendo quel periodo al caos odierno. «Ci stiamo muovendo verso un mondo multipolare, ma non ci siamo ancora arrivati, siamo in un purgatorio di polarità».

Il Segretario generale denuncia un’impunità dilagante: «Possono calpestare il diritto internazionale, possono violare la Carta dell’Onu. Possono invadere un altro Paese, portando distruzione ad intere società o non rispettando interamente il benessere del proprio popolo. E non succede nulla».

Guterres non si limita a generalizzazioni, ma cita specifici teatri di crisi: l’Ucraina, Gaza, il Sudan. «La guerra in Ucraina si sta diffondendo senza segni di cedimento», osserva, mentre descrive Gaza come «un incubo permanente che minaccia di portare tutta la regione con sé».

Il suo j’accuse non risparmia nessuno: «Il livello di impunità nel mondo è politicamente indifendibile e moralmente intollerabile». Un’accusa che risuona in ogni angolo del globo, dal Medio Oriente al cuore dell’Europa, dal Corno d’Africa e oltre.

La diagnosi di Guterres è impietosa: «sfide mai viste prima» si scontrano con «divisioni geopolitiche [che] continuano ad approfondirsi». Il risultato? «Il pianeta continua a riscaldarsi. Le guerre infuriano senza sapere come finiranno. E le posizioni nucleari e le nuove armi gettano un’ombra oscura».

«Non possiamo continuare così», dice. Se l’avesse scritto in un editoriale qui in Italia per molti sarebbe un «pacifinto» se non addirittura un antisemita.

Buon mercoledì.

Nella foto: il Segretario generale dell’Onu, 20 settembre 2022