Ieri il Partito democratico ha votato la Commissione europea più a destra nella storia dell’Unione. La Commissione von der Leyen bis tra i suoi molti difetti ha anche quello di avere la maggioranza più risicata nella storia dell’Unione, il 51,4% del Parlamento europeo. Quindi ieri il Partito democratico ha, di fatto, salvato la Commissione Ursula bis dal tracollo.
Ieri il Partito democratico ha votato Raffaele Fitto vice presidente della Commissione. Alcuni europarlamentari dem – ovviamente della schiera cosiddetta riformista – hanno speso in questi ultimi giorni parole di elogio sulla “competenza” dell’ex ministro meloniano che ha passato gli ultimi due anni da ministro a un Pnrr ripetutamente modificato al ribasso e perennemente opaco nei dati.
Ieri il Partito democratico ha contribuito a dare agibilità politica all’eurogruppo Ecr, di cui Giorgia Meloni è la più moderata. Un caravanserraglio di sabotatori dei principi europei ora può fregiarsi – anche grazie al Pd – di essere classe dirigente a Bruxelles.
Ma soprattutto ieri il Partito democratico ha trattato come agenti esterni i suoi capilista Cecilia Strada e Marco Tarquinio, due dei nomi che dovevano essere stella polare di un cambiamento in atto. Ha lasciato Strada e Tarquinio alla mercé degli speculatori che oggi bisbigliano che Strada e Tarquinio abbiano votato come Vannacci e siano contro “il bene del partito”.
Ieri la segretaria del Pd Elly Schlein ha detto «la Commissione Ue non la sentiamo nostra». Provate a immaginare come sentano il Pd i 330 mila che hanno votato Strada e Tarquinio.
Buon giovedì.