Indaffarato come spesso gli accade nelle piccole battaglie inutili Matteo Salvini aveva già da tempo lanciato la sua guerra ai monopattini, considerati un’urgenza in un Paese con treni che non arrivano, strade sempre più costose e ponti pericolanti.
La legge 177 del 2024 – il cosiddetto Codice della strada – inasprisce le misure precedenti in nome di quello che è il leitmotiv del nuovo Codice della strada: maggior sicurezza per gli utenti della strada e per le potenziali vittime di sinistri causati dai monopattini.
Sono così stati rafforzati i requisiti di sicurezza: l’uso del casco omologato per i cicli diventa obbligatorio per tutti, nuovi limiti di circolazione vengono introdotti in aree pedonali e ciclabili; in particolare, è consentito circolare soltanto su strade urbane con velocità massima di 50 km/h. Infine, è stato introdotto l’obbligo di targare e assicurare i monopattini.
Qualcuno ha fatto notare che una norma di apparente buon senso per la sicurezza dei pedoni, scritta in questo modo, mette a rischio la sicurezza dei conducenti di monopattini, spinti a circolare nella porzione di strada occupata dalle auto.
Ma il capolavoro è l’obbligo di assicurazione, in vigore dal 14 dicembre: per avere un’assicurazione, bisogna associarla a una targa, ma la targa dei monopattini per ora non è normata e manca persino una disciplina transitoria.
Il risultato è il caos. Qualcuno – come la Polizia locale di Milano – prospetta un’assicurazione intestata alla persona e non al mezzo. Altri ritengono che sia meglio non fare niente. Chi ci capisce è bravo. Chissà cosa ha capito Salvini.
Buon mercoledì.