Mentre il governo si contorce tra le polemiche per il caso Almasri e per gli attivisti spiati dai servizi, l’Italia affonda. Non per modo di dire, ma con i numeri alla mano: l’Ufficio parlamentare di bilancio ha smentito le previsioni trionfali di Giorgetti, confermando che la crescita economica rimarrà sotto l’1% almeno fino al 2026. Dopo il +0,7% del 2024, si prevede un misero +0,8% nel 2025 e un +0,9% nel 2026, ben al di sotto delle stime del governo. Il divario tra le promesse e la realtà si amplia di quattro decimi rispetto alle previsioni del Piano strutturale di bilancio. Un’economia stagnante, intrappolata tra promesse elettorali irrealizzabili e una realtà che presenta il conto. E il peggio deve ancora arrivare: senza il traino del Pnrr, dopo il 2026 l’Italia rischia di ritrovarsi senza alcun paracadute.
Il dibattito pubblico è altrove. Si litiga sui voli di Stato, sulle faide interne ai partiti e su un’operazione di intelligence pasticciata che ha rispedito in Libia un trafficante di esseri umani accolto come un eroe. Ma c’è anche un Paese che si sta lentamente spegnendo, mentre il governo continua a insistere su previsioni di crescita ottimistiche che vengono puntualmente smentite. La guerra commerciale annunciata da Trump potrebbe peggiorare ulteriormente il quadro, con dazi che penalizzerebbero le esportazioni italiane, mentre il costo del gas, già elevato, potrebbe aggravarsi con l’inasprirsi delle tensioni geopolitiche. I
Si può ignorare la matematica per un po’, si possono raccontare favole di ripresa e resilienza. Ma alla fine i numeri tornano sempre.
Buon venerdì.
In foto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti