La politica italiana è riuscita ad attorcigliarsi intorno a una manifestazione proposta da Michele Serra «per l’Europa». L’editorialista di Repubblica, qualche giorno fa, ha lanciato l’idea di «una manifestazione di sole bandiere europee, che abbia come unico obiettivo […] la libertà e l’unità dei popoli europei, per dare almeno l’impressione che esista un’opinione pubblica che si sente europea e non vorrebbe morire stretta nella tenaglia Trump-Putin».
Il Partito democratico guidato da Elly Schlein ha dato la propria adesione, i partiti centristi che usano l’Europa come ritornello ne sono felicissimi e il quotidiano degli Elkann sta investendo molte pagine sull’evento. In effetti, a prima vista, sono molte le persone disposte a manifestare contro l’imperialismo trumpiano e «per la libertà e l’unità dei popoli europei».
Ci sono almeno due evidenti problemi. Il primo è che l’Europa di oggi è la stessa che stringe accordi con i tagliagole in Libia e in Tunisia, la stessa che protegge la democrazia illiberale di Orbán, la stessa che accompagna lo smantellamento del welfare e dei servizi pubblici, la stessa che sventola il riarmo come via primaria per il trionfo democratico.
Poi c’è la diversa Europa che hanno in mente i Socialisti rispetto ai Popolari, per non parlare dei Patrioti o dei Conservatori. Insomma, si manifesta per un’idea che conviene non approfondire per non dividersi. Quindi si manifesta per una sensazione, che ognuno declina diversamente. Basta saperlo.
Buon martedì.