Marco Lisei, senatore di Fratelli d’Italia, dice che “i peggiori criminali stranieri vengono trattenuti nei Cpr nel tentativo di rimpatriarli con ogni mezzo possibile”. Sa benissimo di mentire. I Cpr non sono carceri, ma strutture amministrative dove vengono rinchiusi migranti irregolari, spesso senza alcun reato alle spalle. La loro “colpa” è non avere i documenti in regola, non un passato criminale. Eppure Lisei insiste a confondere la clandestinità con la delinquenza, sapendo che è una semplificazione velenosa utile solo a spaventare.
Poi aggiunge che “il governo Meloni si impegna a fondo per allontanare questi soggetti”. Anche qui, la realtà dice altro: nel 2023 solo il 10% degli ordini di espulsione ha portato a un rimpatrio. Non per colpa dei giudici, ma per l’incapacità di questo governo di firmare accordi bilaterali e costruire strumenti legali funzionanti.
Lisei se la prende con la magistratura, accusandola di usare “codicilli e cavilli” per liberare i trattenuti. Ma ciò che chiama cavilli sono diritti costituzionali. La libertà personale è tutelata dalla Carta. Il giudice non sabota, controlla. E meno male.
Che a dire queste cose sia un avvocato rende tutto più grave. È la solita operazione della destra meloniana: agita i fantasmi, costruisce nemici, e intanto si nasconde dietro un patriottismo a comando. L’Italia sicura, per questi, è un’enorme distesa di servi e di quelli che servono. Solo quelli.
Buon martedì.




