Giorgia Meloni ha sviluppato un rapporto articolato e ambivalente con le gerarchie ecclesiastiche, e se da una parte dichiara una identità di valori con il mondo cristiano, dall’altro fa prevalere le ambiguità e le ipocrisie del mondo cattolico. Se si analizza il rapporto di Meloni con i valori della ideologia cristiana che sostiene di interpretare, emergono alcune contraddizioni strutturali e retoriche che meritano attenzione. Piuttosto significativo è stato il discorso di Meloni durante il Meeting 2025 di Comunione e liberazione (Cl), la lobby cattolica che ogni anno a Rimini dà sfoggio del suo potere.
Meloni è intervenuta in qualità di presidente del Consiglio e ha pronunciato la seguente frase: «Voi, che siete rimasti fedeli al carisma del vostro fondatore, non avete mai disprezzato la politica. Anzi. Non vi siete rinchiusi nelle sacrestie nelle quali avrebbero voluto confinarvi, ma vi siete sempre “sporcati le mani”. Declinando nella realtà quella “scelta religiosa” alla quale mezzo secolo fa altri volevano ridurre il mondo cattolico italiano, e che san Giovanni Paolo II ha ribaltato, quando ha descritto la coerenza, nella distinzione degli ambiti, tra fede, cultura e impegno politico». In questa breve espressione ha sintetizzato quale sia la concezione confessionalista dell’attuale compagine governativa. Il richiamo alla religione cattolica, per Meloni, non è soltanto una “scelta religiosa” individuale, ma diventa un criterio pubblico e normativo, soprattutto quando lo lega a provvedimenti legislativi contro l’autodeterminazione femminile in tema di aborto, o di diritti omosessuali e transgender o contro i migranti.
Ed è proprio questa la regressione pericolosa messa in atto dalla Meloni che pur di garantirsi l’esercizio del potere, sposa la strada della subordinazione delle istituzioni pubbliche al potere delle lobby religiose. Analizzando le sue espressioni comiziali, e dunque spontanee, la Meloni non ha mai dato prova di saper argomentare in maniera complessa, dal momento che utilizza slogan per menti semplici e enfatizza un linguaggio povero. È stato sufficiente
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