Le strade americane sono nere, eppure il Senato di Washington non è mai stato così bianco. Con l’assassinio del 18enne afroamericano Michael Brown nella città di Ferguson da parte di un poliziotto già scagionato gli Stati Uniti hanno scoperto di non essere un Paese entrato nell’era post razziale come vorrebbe Obama. Non è bastato un presidente afroamericano per conquistare il black power e ancora oggi, nonostante i neri rappresentino il 13 per cento della popolazione, al Senato emerso dalle recenti elezioni di midterm solo 4 rappresentanti su 100 sono di colore.
«Se a Ferguson c’è stata una mobilitazione così massiccia e scontri così violenti è proprio perché la comunità afroamericana non ha fiducia nelle istituzioni», osserva Stefano Luconi, professore di Storia nordamericana all’Università di Padova. Le proteste, iniziate il 24 novembre in reazione al mancato rinvio a giudizio del poliziotto Darren Wilson, hanno portato in carcere 205 manifestanti e causato milioni di euro di danni. Una parte della comunità nera, mobilitata attraverso i social network, ha anche boicottato il black friday – il primo venerdì di shopping natalizio – rifiutandosi di fare acquisti nei negozi dei bianchi. In tutte le città americane continuano a svolgersi manifestazione di protesta e le tv statunitensi sono tornate a parlare di discriminazione e diritti calpestati, dopo due anni di silenzio: l’ultima volta era successo nel 2012 con l’omicidio di Trayvon Martin, il 17enne afroamericano ucciso per sbaglio da una guardia di ronda in un complesso residenziale di Sanford, in Florida.
Sembra ormai che i solo i morti ammazzati risveglino la coscienza nera in America. Eppure si tratta sempre della minoranza più consistente degli Usa, che cresce a un ritmo del 64 per cento più veloce rispetto al resto del Paese e che continua a registrare pessime performance socio-economiche: una disoccupazione all’11 per cento contro una media nazionale del 5,9 e una rappresentanza politica minima solo a livello federale, ma anche a quello locale. Basti pensare che a Ferguson, sobborgo di Saint Louis, nonostante la popolazione sia per due terzi nera, il sindaco e cinque dei 6 consiglieri comunali sono bianchi. E che in tutta l’America non c’è neanche un governatore nero.