Gli anni che vanno dal 2007 al 2014 in Europa sono gli anni della disuguaglianza. Sette anni di crisi, sette anni di diritti andati in fumo. Lo racconta molto bene il mini dossier di Openpolis Piove sempre sul bagnato.
La disoccupazione in media è cresciuta del 41,7 % mentre in Germania è diminuita del 41,18 %. Rispetto agli occupati, i senza lavoro sono passati dal 7,2% al 10,2% , alcuni Stati sono piombati giù, come l’Italia, che è passata al 12,2% (nel 2007 era del 6%), e altri, invece hanno addirittura ridotto il numero di disoccupati, come la Germania (passando dall’8,5 al 5%), Malta (dal 6,5 al 5,9) e la Polonia (dal 9,6 al 9%). Alcuni Paesi hanno retto bene, come la Svezia che è rimasta sostanzialmente allo stesso livello. Il Paese che è crollato è la Grecia che nell’ultimo anno ha raggiunto il 58,3% di disoccupazione giovanile (in Germania invece il 7,8).
Come si legge nel mini dossier (che fa parte di una collana di approfondimento di Openpolis) l’Italia « è uno di quelli che ha maggiormente risentito degli effetti della crisi. Infatti dal 2007 al 2014 l’Italia ha visto raddoppiare la disoccupazione , è diventato il primo Stato Ue per percentuale di giovani che non lavorano e non studiano (22,2%), e il divario salariale uomo/donna è aumentato del 43% e dopo una progressiva riduzione nell’ultimo anno le morti bianche sono tornate ad aumentare». In Italia poi, la crisi ha toccato sostanzialmente tutte le regioni e la disoccupazione è cresciuta ovunque, salvo la provincia di Bolzano. Record negativo al Sud.
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