Alle 9.20 di 33 anni fa, il 30 aprile 1982, fa moriva a Palermo il deputato Pci e sindacalista Pio La Torre. A ucciderlo, Cosa Nostra. Che però non ha potuto cancellare il suo operato. È a lui che dobbiamo la legge sulla confisca dei beni mafiosi e l’introduzione del reato di “associazione mafiosa”.
Riteneva infatti che non ci potesse essere un reale avanzamento nella tutela dei diritti dei lavoratori, finché l’illeicità dei rapporti fra potere e mafia non fossero attaccati e quantomeno puniti. Una lotta politica che è inseparabilmente lotta contro la mafia, la sua, tanto che da parlamentare chiede, nel 1981, di farsi ritrasferire a Palermo, come semplice segretario regionale del partito.
I mandanti e i motivi dell’uccisione vennero confermati dai pentiti Tommaso Buscetta e Gaspare Mutolo, e nel 1995 vennero condannati all’ergastolo per l’omicidio La Torre i boss mafiosi Salvatore Riina, Michele Greco, Bernardo Brusca, Bernardo Provenzano, Giuseppe Calò,Francesco Madonia e Nenè Geraci.
Intanto, oggi pomeriggio, alle 17.30, alla Bottega di Libera di Palermo verrà presentato Sulle ginocchia (in libreria dal 27 aprile), il libro del figlio Franco La Torre, assieme al magistrato Nino Di Matteo.L’11 maggio invece, sarà a Roma con don Luigi Ciotti (alle 18:00 alla Casa del Jazz) e il 15 maggio con Nando dalla Chiesa e Diego Novelli a Torino alle 13:00 al Salone del Libro.
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