«Ho preso l’Unità nelle mie mani e ho visto che era a favore del sì. Può un giornale di sinistra, che porta il nome di Antonio Gramsci, schierarsi con la Merkel e il neoliberismo europeo?», se lo chiede Argyrios Argiris Panagopoulos. Il responsabile di Syriza in Italia, commenta così a Left la prima pagina di questa mattina del giornale appena tornato in edicola: «Grecia: tasche vuote arsenali pieni», ha titolato il quotidiano diretto da Erasmo D’Angelis. Il riferimento è al mancato taglio delle spese militari e alla presenza dei nazionalisti nel governo ellenico. «È chiaro che un giornale può criticare Alexis Tsipras e le sue scelte», prosegue Panagopoulos, «ma schierarsi con il neoliberismo europeo non ha niente a che fare con la sinistra».
La prima pagina del quotidiano del Pd arriva alla vigilia del referendum e a pochi giorni dalla presa di distanza di Matteo Renzi da Alexis Tsipras: «Tsipras non pensi di fare il furbo. La Grecia deve rispettare le regole», ha dichiarato il premier quattro giorni fa in un’intervista al Sole 24 ore. E ancora, in difesa della Cancelliera: «Dare la colpa alla Germania di ciò che sta avvenendo in Grecia è un comodo alibi che non corrisponde alla realtà dare sempre la colpa ai tedeschi non può essere una politica. Può tirare su il morale, ma non tira su l’economia».
Parole che non lasciano scanso a equivoci, secondo Syriza: «L’Italia ha preso una posizione in favore del sì. Se noi facciamo un referendum contro l’austerità e tu sposi la posizione di Merkel e di chi ci ricatta, che posizione è questa?», commenta il portavoce. Ma una sinistra c’è anche in Italia, tiene a precisare. Questa mattina Panagopoulos ha partecipato all’assemblea indetta da Stefano Fassina al teatro Palladium di Roma, insieme a Sergio Cofferati, Pippo Civati, Nicola Fratoianni e Paolo Ferrero. L’impressione? «Buonissima», dice soddisfatto. «In Italia c’è un’enorme sinistra diffusa fuori dal Pd, deve solo trovare il passo giusto e unirsi. Questo enorme mondo deve trovare un’unione sulle grandi battaglie comuni e andare avanti: serve una grande sinistra che va a governare. È questa la sfida che peraltro è la sfida di Syriza».
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