L’associazione Antigone ha presentato nei giorni scorsi un rapporto intermedio sulla condizione dei detenuti nelle carceri italiane e, con i dati, una serie di proposte per migliorare la qualità della detenzione. Qualcuno ricorderà che l’Italia è stata condannata nel 2013 dalla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo e le azioni che ne sono seguite – il cosiddetto decreto “svuota-carceri “voluto dalla allora ministro Severino. Anche grazie alle azioni intraprese, la situazione disastrosa delle carceri italiane è leggermente migliorata: circa 16mila in meno rispetto al record del 2010. Nel rapporto di Antigone si legge infatti:
I detenuti al 30 giugno 2015 sono 52.754. Guardando sempre al mese di giugno i detenuti erano 31.053 nel 1991 (c’era stato da poco il provvedimento di amnistia, l’ultimo del dopo-guerra), sono cresciuti sino a 54.616 nel 1994 (dopo la riforma dell’ordinamento penitenziario e la preclusione all’accesso alle misure alternative per un gran numero di detenuti), 56.403 nel 2003 (all’indomani della legge Bossi-Fini sull’immigrazione), 63.630 nel 2009 (esito delle leggi sulle droghe e sulla recidiva), fino al triste record di 68.258 nel 2010 (che ci è valsa la condanna della Corte Europea nel 2013). Le riforme messe in campo a partire dal 2012 e consolidate di recente hanno prodotto finalmente una situazione di minore affollamento. Il Dap afferma che i posti letto regolamentari sarebbero 49.552 ma precisa anche che il dato sulla capienza non tiene conto di eventuali situazioni transitorie che comportano scostamenti temporanei dal valore indicato. In ogni caso ci sono per certo 3.232 detenuti oltre la capienza massima. Gli ingressi dalla libertà nel primo semestre del 2015 sono stati 24.071, in netto calo rispetto al passato.
Diminuisce il numero di detenuti in custodia cautelare – ovvero persone non condannate e presunte innocenti – che erano il 43,4% nel 2010 e oggi sono il 33,8% del totale della popolazione carceraria. Cala anche il numero di stranieri detenuti, che passa dal 36,5 al 32,6% in cinque anni. Aumenta, come si evince dal grafico qui sotto, il numero di persone che beneficiano delle misure alternative, ma, sostiene Antigone, si tratta di un numero ancora troppo basso.
Sono in aumento gli ergastolani (1603) mentre i morti in carcere nei primi sei mesi di quest’anno sono 57, 24 i suicidi. Per migliorare la situazione Antigone presenta un elenco di 20 punti legati ai diritti dei minori, alla dignità dei detenuti, alle necessità diverse degli stranieri e delle donne e al diritto all’istruzione. Qui il documento con i 20 punti presentati da Antigone. Qui invece Inside carceri un bel web-doc prodotto da Antigone che racconta e raccoglie storie di carcere, dati e analisi.
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