27 agosto 1941. Sull’isola di São Vicente, nella città di Mindelo, a Capo Verde, nasce la regina della morna: Cesária Évora. Figlia di Justino da Cruz Évora suonatore di cavaquinho e chitarra e di Doña Joana, cuoca. Quando “Djute” (soprannome di suo padre) muore, lei ha appena sette anni, il padre lascia cinque figli e numerosi strumenti musicali. E uno zio, chiamato “B. Leza”, che compone per lei alcune tra le più belle canzoni dei primi dischi. La piccola “Ciza” inizia a cantare nel coro dell’orfanotrofio, dove la madre decide di mandarla perché non riusciva a mantenerla con i suoi pochi guadagni da cuoca. Del resto Mindelo non è un gran bel posto, è un quartiere malfamato, terra di delinquenti e prostitute. E Capo Verde, l’arcipelago di dieci isole nell’Oceano Atlantico, è ancora una colonia lusitana, che per raggiungere l’indipendenza dal Portogallo deve aspettare il 1975. E per votare democraticamente, il 1991. La sua libertà personale, invece, comincia a sedici anni. La regina muove i suoi primi consapevoli passi verso la musica quando incontra Eduardo John Chalino, marinaio, chitarrista e primo amore della sua vita. È Eduardo che tra un accordo e un altro, un giorno la guarda e le chiede: “Canta”. E le insegna gli stili tradizionali della musica capoverdiana: la coladeira e la morna. Un tempo lentissimo in cui si muovono onde di tristezza, malinconia e desiderio, è questa la morna, che mescola la tradizione africana a diverse sonorità etniche. Cesária comincia a cantare per bar e caffè, fino a diventare la “regina” del genere nel suo Paese. Testi in creolo, cavaquinho, clarinetto, accordion, violino, piano e chitarra: sono questi i compagni della voce di Cesária.
«In tutti questi anni in cui ho cantato nei bar e di fronte agli estranei, a volte, ho avuto l’idea che un giorno avrei potuto avere successo al di fuori del mio paese. Il pensiero non è rimasto con me per molto tempo, ma eccomi qui»
Essere la regina della morna, però, non significa ricchezza. Cesária rinuncia alla sua musica. Difficoltà economiche e politiche tengono Cesária lontana dalla musica per «dieci anni oscuri», come lei stessa li ha definiti, in cui quasi annegò nell’alcol. Mai sposata e con due amori finiti male alle spalle, Cesária si rifugia in casa della madre, con i due figli, «un ragazzo, Edoardo, il figlio di un portoghese, e Fernanda, che ho avuto con Piduquinha, che una volta ha giocato a calcio a Caldas da Rainha», ha raccontato Cesaria, ed entrambi sono il frutto «di quegli amorzinhos giovani che non mi hanno portato fortuna». La voce di Cesaria quando canta è rude, sofferente, ma mai rancorosa o rassegnata, e ci piace immaginare che fosse così anche mentre raccontava della sua difficile vita.
La rinascita per la regina arriva dal Portogallo nel 1985. Cesária ha 45 anni e il produttore Bana, esule capoverdiano, la invita a volare a Lisbona. Lì Cesária tiene una serie di concerti con il supporto di un’organizzazione femminile e registra un paio di canzoni per un’antologia. La ripresa si avvia in Francia, che diventerà la sua seconda patria, grazie al giovane produttore franco-capoverdiano José Da Silva. Lì la Lusafrica produce il suo primo album, La Diva aux pieds nus, “Bia Lulucha” è un’esplosione di balli tipici delle isole (coladera e zouk) che spopola tra la comunità capoverdiana. Siamo nel 1988 e dentro quell’album c’è “Sodade”, la canzone che segna l’inizio della sua fama internazionale. Sodade, che in creolo, la lingua capoverdiana, è l’analogo della saudade in portoghese, e perciò significa nostalgia, struggimento. «Sodade», per dirlo con parole sue, «è qualcosa di simile alla saudade brasiliana, ed esprime la nostalgia che proviamo quando qualcosa o qualcuno ci manca».
Raccoglie nomination ai Grammy Awards, si esibisce in tutto il mondo. Tutti vogliono cantare con lei: Compay Segundo, Salif Keita, Caetano Veloso. Poi, il 2008 segna l’inizio dei suoi problemi di salute. Un ictus nel 2008 le fa ridurre al minimo i live, ma riesce comunque a pubblicare un album di inediti. Dopo l’ennesimo attacco cardiaco, nel 2010, la sua salute è sempre più compromessa e nel 2011 annuncia il suo definitivo ritiro dalle scene. Muore di lì a poco, il 17 dicembre 2011, a 70 anni, a causa di un’insufficienza cardio-respiratoria acuta. L’ultimo sospiro di “Ceza” è per São Vicente, a Capo Verde. La sua isola.
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