Save The Children presenta il rapporto “Illuminiamo il futuro 2030 - Obiettivi per liberare i bambini dalla Povertà Educativa”, nell’ambito della Campagna “Illuminiamo il Futuro”. La ricerca fornisce dati ed elaborazioni inedite e propone 3 Obiettivi entro il 2030 per sradicare le povertà economica ed educativa di milioni di minori

«Secondo la mitologia greca, l’uomo deve a Prometeo le chiavi della conoscenza e della saggezza. Per aver favorito il genere umano disubbidendo a Zeus, il povero titano sarà condannato a un destino atroce: dovrà vivere incatenato a una rupe per l’eternità mentre un’aquila gli divora il fegato. Guardando al mito nel 2015 dalla prospettiva dei diritti negati dell’infanzia, l’immane sacrificio di Prometeo sembra essere stato vano». Sono queste le parole introduttive del nuovo rapporto Save the Children “Illuminiamo il futuro 2030 – Obiettivi per liberare i bambini dalla povertà educativa”, che non fornisce un quadro confortante della situazione scolastica in Italia. Per povertà educativa i ricercatori dell’organizzazione internazionale intendono «la mancanza delle competenze necessarie per uno sviluppo adeguato e per farsi strada nella vita».

Una vera e propria «mina innescata sul futuro di milioni di bambini e adolescenti italiani» dunque, che rischia di trasformarsi in un destino ineluttabile a causa di contesti familiari, economici e culturali svantaggiati. La conseguenza è che quasi il 25% dei quindicenni presenta gravi lacune nelle nozioni base di matematica, mentre quasi 1 su 5 non arriva a soddisfare le competenze basilari di lettura e comprensione della lingua.
Il rapporto mette in stretta relazione la povertà educativa e povertà economica le quali, come sottolinea il rapporto,«si alimentano a vicenda» fino ad arrivare, nel Sud Italia, a una totale compenetrazione e a livelli desolanti.

 

Il quadro è però impietoso anche sotto altri fronti: ben il 45% dei minori fra i 6 e i 17 anni non ha letto nessun libro nell’arco del 2013, anno preso in esame dal rapporto; mentre il 37% non ha praticato alcuno sport e il 29% non ha usato internet per aggiornarsi o per svolgere altre attività. La percentuale cresce se parliamo di famiglie con scarse risorse economiche.

Un altro dato negativo è quello che riguarda l’interesse per i musei e per le arti ricreative: una percentuale minima del 65% non ha mai visitato un sito archeologico e circa la metà non ha mai fatto visita a un museo.

 

 

Il rapporto poi, attraverso un’analisi dei dati elaborati dall’Istat, mostra come la disparità persista nel confronto fra i due sessi, con i maschi che, per una volta nelle statistiche, sono indietro rispetto alle femmine.

 

e in relazione alla provenienza geografica dei genitori. Se questi sono entrambi migranti di prima generazione, le percentuali di lacune nelle nozioni base di matematica e italiano sono altissime, ben il 41%, e più o meno omogenee fra maschi e femmine. Le percentuali sono invece più basse nel caso di genitori non migranti, circa il 19%, o comunque migranti di seconda generazione, attorno al 30%.

Gli obiettivi che si pone Save The Children con la sua campagna “Illuminiamo il futuro” sono arditi, data la situazione attuale, ma non irraggiungibili. Consistono infatti nel consentire ai minori di apprendere, sperimentare, scoprire, sviluppare talenti, capacità e aspirazioni.

«Gli Obiettivi 2030 indicati nel Rapporto sono realistici e raggiungibili”, afferma Raffaela Milano, Direttore Programmi Italia-Europa di Save the Children. “La misura più urgente resta l’adozione di un piano di  contrasto alla povertà assoluta dei minori con misure di sostegno al reddito delle famiglie, accesso gratuito alle mense scolastiche e ad altre opportunità di tipo educativo. Auspichiamo che siano varati i decreti legislativi della riforma della scuola – particolarmente cruciali in primo luogo per quanto riguarda la riforma dei servizi per la prima infanzia – e che siano effettivamente realizzati, con la messa a disposizione delle risorse necessarie ed un monitoraggio serrato, alcuni obiettivi quali l’ampliamento del tempo scolastico, la digitalizzazione, il potenziamento dell’offerta educativa.

Gli interventi per contrastare la povertà educativa non devono in ogni caso riguardare solo le scuole, ma è tutto l’ambiente di vita dei bambini e degli adolescenti a dover giocare il ruolo di “comunità educante”. In questo senso, un banco di prova fondamentale riguarda l’utilizzo delle risorse della nuova programmazione europea, per lasciarsi alle spalle la stagione degli interventi spot, una tantum e frammentari e definire un utilizzo strategico integrato con le risorse ordinarie. E’ di grande importanza anche il tema della riqualificazione degli spazi urbani degradati, affinché i bambini  e i ragazzi possano usufruire di spazi per il gioco, lo sport , le attività culturali e artistiche.».

 

[social_link type=”twitter” url=”http://twitter.com/LeftAvvenimenti” target=”on” ][/social_link] @LeftAvvenimenti