Sta facendo molto discutere la storia di Ahmed Mohamed, un adolescente di 14 anni arrestato in Texas martedì 15 settembre per aver costruito e portato a scuola un orologio artigianale. I funzionari scolastici hanno avvisato la polizia pensando che l’innocente oggetto costruito in casa dal ragazzo fosse in realtà una bomba artigianale. Il ragazzo è stato ammanettato, arrestato e interrogato da almeno cinque agenti di polizia, che gli hanno chiesto perché stesse cercando di costruire una bomba. Il ragazzino si è giustificato più volte sostenendo che il suo era semplicemente un orologio e che non aveva nessuna intenzione di costruire una bomba, né qualcosa di simile. Il padre del ragazzino, originario del Sudan, ha detto che suo figlio è stato accusato per il suo nome e per il colore delle sua pelle: «Visto che il suo nome è Mohamed, e per via dell’11 settembre, penso che mio figlio non sia stato trattato equamente».
Dopo l’interrogatorio e la raccolta delle impronte digitali, Mohamed è stato rilasciato ricevendo in ogni caso tre giorni di sospensione dalla scuola. Il capo della polizia, durante una conferenza stampa, ha negato che la vicenda sia in qualche modo legata a problemi di tipo etnico o religioso, aggiungendo che gli agenti avrebbero agito nello stesso modo in qualsiasi caso, a prescindere dal colore della pelle della persona coinvolta.
Tante manifestazioni di supporto e messaggi di solidarietà a Mohamed sono arrivati dai social network. Sotto l’#IstandwithAhmed, migliaia di utenti di Twitter hanno elogiato l’iniziativa del ragazzo e si sono domandati il perché del suo arresto. Con un tweet, Obama lo ha invitato alla Casa Bianca per mostrargli l’orologio: «Fico il tuo orologio, Ahmed. Vuoi portarlo alla Casa Bianca? Dovremmo convincere più ragazzi come te ad amare la scienza. È quello che rende grande l’America».
Cool clock, Ahmed. Want to bring it to the White House? We should inspire more kids like you to like science. It’s what makes America great.
— President Obama (@POTUS) 16 Settembre 2015
Anche Hillary Clinton, candidata alle presidenziali del 2016, ha espresso solidarietà nei confronti di Mohamed scrivendo che «i pregiudizi e la paura non ci danno sicurezza: ci fanno andare indietro. Ahmed, mantieni la tua curiosità e continua a creare nuove cose». Mark Zuckerberg, CEO di Facebook, ha scritto un post ricordando che: «avere le capacità e l’ambizione di creare qualcosa dovrebbe portare a un applauso, non a un arresto», e ha invitato Mohamed per un incontro privato. Anche il Council on American-Islamic Relations, l’organizzazione per i diritti civili della comunità musulmana negli Stati Uniti, sostiene che si tratti di un atto discriminatorio. Secondo il portavoce dell’organizzazione Alia Salem, «il caso non si sarebbe verificato se il giovane studente non si fosse chiamato Ahmed Mohammed».
Nel corso di una conferenza stampa, Ahmed ha detto ai giornalisti che: «è stato molto triste costruire un oggetto per impressionare il proprio insegnante e scoprire che per lui quell’oggetto era una minaccia». Dopo aver accettato l’invito alla Casa Bianca, ha concluso invitando gli studenti di ogni età a continuare a lavorare alle loro invenzioni: «Non lasciate che le persone cambino ciò che siete, anche nel caso in cui porti a qualche conseguenza».
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