Tutti i colori della notte a Parigi, il teatro, le donne. La ricerca di un modo nuovo di fare arte nonostante la malattia genetica invalidante che lo segnava fin dalla nascita. Uno modo nuovo di dipingere che Henri de Toulouse-Lautrec cercava anche guardando verso Oriente, ricreando in modo originale la tradizione grafica giapponese. La spettacolare mostra appena aperta all’Ara Pacis racconta il talento del pittore francese prematuramente scomparso a 36 anni attraverso 170 opere realizzate fra il 1891 e il 1900 provenienti dal Museo delle arti di Budapest. Di cui offriamo qui una gallery.
Organizzata in cinque sezioni tematiche, l’esposizione permette di conoscere più da vicino l’originale percorso del pittore, nato a d Albi nel 1864 da una famiglia di origini aristocratiche e artisticamente cresciuto nel quartiere di Montmartre che lo vede a poco a poco affrancarsi dal relismo accademico anche avvicinandosi alla graffiante avanguardia degli Artistes Incohérents.
Ad attrarre il giovane Toulouse-Lautrec sono la luce e la potente visione post impressionista realizzata da Van Gogh, con il quale condivise la passione per la grafica giapponese. La mostra romana, aperta fino all’8 maggio, dà ampio spazio alla rappresentazione delle notti parigine che Toulouse-Lautrec viveva intensamente, anche a rischio della propria salute pur di prendere parte – lui che aveva possbilità di famiglia – nel “mondo libero e bohémien della Montmartre”.
Ecco dunque i suoi caffè-concerto e i cabaret (Al Moulin Rouge, La Goulue e sua sorella ecc). Ecco le protagoniste di quelle folli serate a base di assenzio. A cominciare dalla danzatrice Jane Avril, che l’artista ha ritratto nel celebre manifesto Divan Japonais (1893) ma anche in veste di intenditrice d’arte sulla copertina di L’Estampe originale.
La musa di Toulouse-Lautrec, dopo un’infanzia e una adolescenza difficili, soprattutto a causa della malattia mentale della madre (che fu poi rinchiusa nell’ospedale della Salpêtrière), decise di fare la ballerina. Accadde dopo aver ncontrato il celebre dottor Charcot. Jane prese parte alle sue sedute di ipnosi e fu allora che cominciò ad esibirsi nei caffé parigini, come racconta lei stessa nella sua autobiografia La ragazza del Moulin Rouge, appena pubblicata in Italia da Castelvecchi.
Lautrec non partecipava a quelle serate solo da spettatore, ma era parte attiva, realizzando folgoranti locandine, programmi di sala e collaborando non di rado alla realizzazione delle scenografie. Accanto alle sue opere straordinari spezzoni video permettono, lungo il percorso della mostra, di cogliere lo spirito di quelle serate, frequentate di molti artisti parigini. Mentre il catalogo Skira offre una serie di interessanti approfondamenti.
Per chi volesse continuare il viaggio nel mondo di Toulouse Lautrec basta andare a Pisa dove, fino al 14 febbraio, prosegue in Palazzo Blu l’ampia retrospetiva dal titolo Toulouse Lautrec. Luci e ombre di Montmartre. Curata da Maria Teresa Benedetti, presenta 150 opere dell’artista francese provenienti dai maggiori musei paragini, con particolare attenzione dedicata ai dipinti e all’opera grafica, con molte prime edizioni e litografie con dediche originali dell’artista. Il ponderoso catalogo Skira, ricchissimo di contributi critici, con un saggio di Dario Matteoni in particolare ripercorre la storia della fortuna critica di questo artista dalla vita difficile ma oggi conosciuto in tutto il mondo come maestro dell’affiches illustrée, come il poeta visivo e visionario dei cafés chantants. In questa monografia che accompagna l’esposizione pisana, Evelyn Benesch rilegge l’opera di Toulouse-Lautrec dal punto di vista della cronaca di costume e delle mode artistiche che il pittore fece proprie come quella delle stampe giapponesi ukiyo-e, che celebravano il mondo fluttuante e una filosofia edonistica di vita basata sull’importanza di vivere intensamente ogni attimo, fuggente e irripetibile. La curatrice , infine, tesse il filo della mostra ripercorrenso in un saggio la vicenda biografica di Lautrec, a un tempo folgorante e drammatica, finita il 9 settembre 1901.
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