La mostra mercato dell’arte di Bologna, una delle più longeve in Europa, festeggia quarant’anni e punta sui giovani, con la sezione Nuove proposte, che presenta artisti under 35, ma non solo. Su invito dei due curatori Claudio Spadoni e Giorgio Verzotti molti dei 221 espositori selezionati per questa edizione 2016 – aperta fino al prossimo primo febbraio – accanto ad opere di maestri riconosciuti propongono talenti emergenti. Complessivamente gli artisti presenti in fiera quest’anno sono oltre mille e oltre 2mila sono le opere esposte. Ma Arte Fiera Bologna non guarda solo ai numeri. È vero particolarmente per questa edizione ricca di presentazioni, a cominciare dalla prima italiana della nuova video opera, ispirata ad Ancient Evenings di Normal Mailer, River of Fundament di Matthew Barney, l’autore di Cremaster, ciclo di cinque film, nonché sodale ed ex compagno di Bjork
L’interesse per la ricerca, la curiosità verso le nuove tendenze e soprattutto l’attenzione ai contenuti è un aspetto che attraversa, in maniera più o meno carsica, tutta la storia di questa rassegna organizzata da Bolognafiere. Fin dai suoi avventurosi inizi nel 1974 quando dieci gallerie si auto tassarono per poter avere uno spazio all’interno della Fiera Campionaria, accanto a stand di mobili. «Ed era il momento peggiore – dice Spadoni a Collezione da Tiffany – perché si parlava di morte dell’arte, le neo avanguardie erano contro la mercificazione dell’opera e, come se non bastasse, c’era la crisi petrolifera. Una situazione, insomma, tra le più infelici per aprire una fiera d’arte. Eppure, l’anno successivo gli espositori erano più di duecento e la Fiera si era già data una struttura organizzativa consona, con un comitato consultivo composto da critici e galleristi di rilievo».
Per rendersi conto della storia di questa kermesse, seconda per longevità solo a Basilea, basta tornare nel centro di Bologna e andare al MAMBo, dove è allestita una mostra che ripercorre tutta la storia passata di Arte Fiera 40. Oppure tuffarsi nelle pagine del volume Corraini che la racconta. Fin dal nome la mostra mercato bolognese ha cercato di rappresentare due mondi, “Arte” e “Fiera” «uniti da quella & commerciale, che non significa la riduzione di arte a mercato, ma tratteggia l’esperienza originale che Arte Fiera ha messo in moto», annotano i due curatori. «Senza rendersene conto del tutto quando nacque fra i padiglioni della Fiera Campionaria, ma divenendo subito, in quella Bologna degli anni Settanta-Ottanta, la prima esperienza italiana di fiera di successo per l’arte».
Così è nata l’idea di realizzare innanzitutto la mostra Arte Fiera 40. Lo sguardo delle gallerie sulla grande arte italiana, curata dai due direttori artistici: «una esposizione né tematica né sistematica, ma emblematica, come accade in Fiera, delle opere e dei maestri che sono stati protagonisti di anno in anno delle diverse edizioni, offerte una dietro l’altra allo sguardo immediato, colto o emozionale, attento o fugace, dei tanti visitatori. Allora è diventato facile riparlare di Arte Fiera. Senza omaggi di maniera». Nel libro edito da Corraini la storia di Arte Fiera è in parte ricostruita attraverso i cataloghi che ne hanno accompagnato la storia, ma tante sono anche le testimonianze degli artisti e dei galleristi che quella storia l’hanno fatta. Molti di loro sono presenti anche quest’anno nella Main Section realizzata in collaborazione con le gallerie Continua, Milano, Lia Rumma, Studio La Città e Tega. Poi ecco le sezioni Solo Show – con monografiche dedicate ai grandi interpreti dell’arte moderna e contemporanea – e quella dedicata alla Fotografia, organizzata in collaborazione con MIA- Milan Image Art Photo Fair. Grande spazio quest’anno anche per la fotografia nel nuovo padiglione che quest’anno si è aggiunto agli storici n. 25 e n. 26.
@simonamaggiorel