Nel romanzo Dove finisce Roma (Einaudi) La scrittrice Paola Soriga aveva ricreato la memoria della Resistenza in modo originale, usando la fantasia per trasmettere il senso più profondo di quelle importanti pagine di storia. Ora torna a raccontare quel periodo in un libro illustrato dedicato ai più piccoli, La guerra di Martina (Laterza), con belle tavole di Lorenzo Terranera (di cui trovate qui alcuni splendidi esempi).
Immaginando che un giorno di aprile la nonna Tina si metta a raccontare la lotta partigiana contro il nazifascismo, che ha vissuto da piccola ai nipotini Tommaso e Martina. I due bambini sono rapiti dalle parole di Tina che fa rivivere davanti ai loro occhi le avventure sui colli intorno Pavia, la storia del fratello Giovanni e de altri partigiani, raccontando loro anche della pericolosa banda dei fascisti. E di quando con coraggio riuscì a compire una missione importante: con l’amico Simone e il fedelissimo cane Paco ritrovò una preziosa cassa lanciata in volo dagli aerei americani ai partigiani e che sembrava essere scomparsa nel nulla.
Dopo l’esperienza di Dove finisce Roma come è stato raccontare cos’è stato il fascismo a dei bambini piccoli, come ti sei avventurata in questa nuova e importante impresa?
E’ stata una bella sfida, tornare su un tema, un periodo storico, che avevo già affrontato e in più pensando esplicitamente ai più piccoli. La fantasia resta la base, la fantasia e l’avventura: volevo evitare un racconto che “spiegasse”, mi premeva di più raccontare una bella storia, incuriosirli attraverso una storia.
Ne La guerra di Martina scegli una nonna come narratrice, quanto ha contato per te la trasmissione orale? C’è il rischio oggi che quella trasmissione d generazione in generazione si interrompa?
Più che un rischio è una realtà, presto non ci saranno più testimoni diretti di quei tempi, per questo anche è importante continuare a raccontare. La nonna mi serviva anche per dare il senso di un tempo non poi così lontano, di una storia vicina.
Il racconto prcede le immagini o è nato insieme? In altre parole come si è sviluppata la collaborazione con Lorenzo Terranera?
Le precede, le immagini sono arrivate dopo. Per qualche strana alchimia le ho trovate perfettamente in linea con il racconto, Lorenzo ha colto la poetica del libro, lo sguardo.
Stai lavorando ad un nuovo libro?
In questo momento sto facendo un lavoro interessante sugli immigrati che vivano a Roma, per il settimanale Internazionale, le mie energie di scrittura sono concentrate a raccontare le loro storie.