Se dovessi augurarmi una riforma urgente per questo Paese opterei per l’educazione obbligatoria alla curiosità. Sarebbe probabilmente osteggiata da gran parte del blocco dirigente di questo Paese, non verrebbe ben vista dall’establishment finanziario, non andrebbe molto giù alle lobby in generale ma sarebbe il miglior parco giochi da augurare ai propri figli.
Insegnare curiosità, quindi? No, per niente, figurarsi: i professori emeriti della curiosità, del vedere oltre e dell’infilare la faccia dentro tutto ciò che non ci è completamente chiaro sono i nostri figli. I bambini del resto finiscono per perderla, la curiosità, logorati dalla fissità di visioni e dalla idolatria dei pregiudizi. Non bisogna mica insegnarla la curiosità: serve preservarla, evitarne la sclerotizzazione e concimarla con etica, coraggio e fantasia.
Molte delle scelte peggiori delle classe dirigenti in questi ultimi anni sono “passate” grazie alla disattenzione, la curiosità impolverata e la stanchezza dei cittadini. Un popolo curioso è ostico alle decisioni che non perseguono il bene comune; un popolo poco curioso è burro per gli interessi personali.
Allenare il muscolo della curiosità quindi significa promettersi che il muscolo rimanga sempre tonico e allungato. Allenare il muscolo della curiosità significa imporsi di fare politica oltre che ascoltarla. Allenare il muscolo della curiosità significa imparare a scardinare gli slogan, rifiutare i demagoghi e riconoscere meglio i truffatori.
Ecco, se dovessi fare un augurio spererei di non stancarmi di essere curioso.
Buon venerdì.