«Ho scritto una cosa per Gianmaria e per me, una cantata a due voci», disse Erri De Luca. S’intitola Chisciotte e gli invicibili. Nessuno poteva pensare che quell’opera pubblicata da Fuorivia fosse l’ultimo lavoro che il musicista Gianmaria Testa e lo scrittore De Luca facevano assieme. Lo scrittore solitario, per il rapporto profondo con l’amico di una vita, disse di trovarsi bene sul palco e il gruppo si allargò coinvolgendo il violoncellista Mario Brunello, il jazzista Gabriele Mirabassi e Marco Paolini in veste di affabulatore. Era l’inizio di un percorso che avrebbe certamente prodotto molte altre perle, se non fosse sopraggiunta la malattia che ha stroncato il cantautore cuneese il 30 marzo scorso, a soli 57 anni.
Adesso Erri De Luca torna a ricordare lo schivo musicista nato da una famiglia contadina nelle langhe e che, prima del grande e inaspettato successo internazionale, per vivere aveva fatto il capostazione. Lo ha fatto in una intensa “lettera al pescatore di coralli” che Einaudi pubblica come introduzione all’autobiografia di Gianmaria Testa intitolata Da questa parte del mare. «Ciao socio, compare, fratello che non mi è capitato in famiglia e che ho cercato intorno, grazie di avermi accumunato alla tua vita. Hai messo insieme pezzi del tuo tempo senza ricavarne un’autobiografia, perché non riesci a dire di te senza altri. Ti scansi dal centro, lasci il tuo capitolo all’ospite di turno». E in effetti, più che una autobiografia quella che Gianmaria Testa ci ha lasciato, è una biografia polifonica, in cui affiorano le voci e volti delle persone che il musicista piemontese ha cantato anche nelle sue composizioni e nelle fiabe per bambini, protagonisti sono spesso i migranti, i e poi personaggi romantici come Rrock Jakaj, il violinista di Scutari, come lo scrittore Jean Claude Izzo, il cantore di Marsiglia, terra di frontiera, a cui Testa era legatissimo, come lo era alla Francia che lo ha celebrato come uno dei maggiori chansonier contemporanei. Gianmaria Testa, fin dal suo primo disco, Mongolfières, uscito in Francia nel 1995. A cui seguì un anno dopo Extra-Muros, che gli aprì le porte dell’Olympia. Il valzer di un giorno, il primo disco pubblicato in Italia, arriva solo nel 2000 cui segue nel 2006 il concept album dedicato ai migranti “di ieri e di oggi”, Da questa parte del mare, come l’autobiografia Einaudi. L’ultimo disco è Men at work, registrato dal vivo. Un lavoro struggente pubblicato da Egea Music in vinile.
Il 22 settembre, all’Auditorium parco della musica di Roma, musisti, attori e intellettuali rendono omaggio a Gianmaria Testa e al suo lavoro di musicista e scrittore. Sul palco ci saranno gli attori Giuseppe Cederna e Lella Costa, il jazzista Stefano Bollani, il violoncellista Mario Brunello, i trombettisti Paolo Fresu ed Enrico Rava. E ancora: Nada, Rita Marcotulli, Gabriele Mirabassi, Mauro Pagani, Enzo Pietropali, Riccardo Tesi, Omar Pedrini e molti altri, compreso Paolo Rossi che oltre ad essere il comico stralunato che conosciamo ha anche un talento per la musica e dedica a Gianmaria Testa, cantautore abituato a confrontarsi con il teatro un intenso recital che riprenderà la tournée il 19 ottobre al Teatro Menotti di Milano, per approdare il 28 al Puccini a Firenze.