Unicef: quasi 100 bambini morti in 5 giorni. Msf: ospedali presi di mira. Mosca a Washington: siete alleati dei terroristi

Ad Aleppo è in corso una carneficina. Da anni. Ma in questi giorni le cose sono peggiorate grazie agli aerei russi e siriani che cercano di evacuare la città dai civili per portare l’assalto finale alle aree nelle mani dei ribelli. L’escalation sul campo sta anche determinando un inasprimento dei toni usati tra le diplomazie americana e russa.

La strage in corso

Ad Aleppo e dintorni due milioni di persone sono senza acqua corrente o quasi e spesso senza elettricità. La situazione rende più terrorizzanti i bombardamenti e più difficili i soccorsi ai feriti, in una città rasa al suolo da anni di guerra a mesi di assedio. L’Unicef fa sapere che negli ultimi cinque giorni 96 bambini sono morti e 220 feriti sotto le bombe. I bambini di Aleppo «sono intrappolati in un incubo, non ci sono più parole per descrivere questo orrore» ha detto il direttore esecutivo di Unicef, Justin Forsyth. Da giorni si parla inoltre di bombe a grappolo e altri ordigni mai utilizzati fino a oggi. Le immagini postate in un video da Syria campaign mostrano le voragini fatte da queste bombe.

Le distruzione dei missili su Aleppo est

Medici Senza Frontiere racconta del bombardamento mirato di due ospedali, in un caso colpendo l’ingresso del pronto soccorso – e uccidendo persone che portavano i loro familiari feriti – in un altro costringendo l’evacuazione dei casi più gravi. I chirurghi ancora vivi in città sono solo sette, gli attacchi a strutture mediche, secondo il gruppo Medici per i diritti umani, quasi 400 (circa 300 perpetrati dalle truppe di Assad e da aerei russi). Le bombe sugli ospedali sono arrivate quasi contemporaneamente, segno probabile di un attacco deliberato. D’altro canto, la nuova offensiva delle truppe di Assad ha determinato l’arrivo di forniture d’armi – missili – per i ribelli, non è ben chiaro da dove. Certo è che anche i ribelli hanno più potere di fuoco, con tutte le conseguenze negative del caso. Un esponente dei Caschi bianchi – che hanno vinto il Nobel per la pace alternativo – ha spiegato ad al Jazeera che presto non ci saranno più modi per curare i civili che il suo gruppo recupera tra le macerie.

Alla domanda: «Avete colpito voi gli ospedali?» L’ambasciatore di Assad all’Onu ha risposto così

La diplomazia

Di fronte agli attacchi, il segretario generale Onu ha parlato di «Crimini di guerra perpetrati volontariamente». Mentre il Dipartimento di Stato Usa ha minacciato di interrompere ogni collaborazione con Mosca se gli aerei non rimarranno a terra, accusando Putin e Assad di non cercare la strada diplomatica. In effetti Assad non ha nessuna intenzione di far tacere le armi fino a quando non avrà riconquistato la città chiave del Paese. Mentre Mosca, come spesso accade, non è conseguente alle decisioni prese in sede Onu.

L’inasprimento dei toni da parte americana ha determinato però una presa di posizione più secca e dura da parte della diplomazia russa. La Russia, che sostiene di aver bombardato sempre e solo «terroristi» risponde per bocca del vice ministro degli Esteri Sergei Ryabkov. Mosca vuole fermare la violenza perché teme azioni da parte di terroristi islamici contro interessi russi e su territorio russo e aggiunto che le prese di posizione americane «non possono essere interpretate che come sostegno al terrorismo». Ryabkov parla di «inviti sottili a usare il terrorismo contro la Russia» e di un punto basso dell’approccio statunitense in Medio Oriente e Siria.  Infine, il vice capo della diplomazia russa ha rigettato l’idea di una nuova pausa di sette giorni, proponendo piuttosto una pausa di 48 ore – abbastanza per fare scappare i civili e poi riprendere l’offensiva. Parlando con al Jazeera, l’inviato Onu De Mistura parla di responsabilità internazionali diffuse: «Ho visto molte guerre, lavorato nella ex Jugoslavia, ma una situazione così intricata e con tanti avvoltoi non l’avevo mai vista», ha detto. La riconquista di Aleppo continua, i russi hanno scommesso sull’inazione di Stati Uniti ed Europa e stanno vincendo quella scommessa.


Un modo per vedere quel che succede ad Aleppo è il documentario sui White Helmets prodotto da Netflix


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