Oggi le donne polacche scioperano contro il loro governo e contro un disegno di legge, attualmente in fase di revisione da parte delle commissioni parlamentari, che quasi cancella il loro già limitato diritto all’aborto visto che è permesso solo per salvare la vita di una madre. Insomma, la legge attuale è una tra le più restrittive in Europa, ma così diventa peggiore. L’uso dei medici di una “clausola di coscienza” per scegliere di eseguire un aborto ha già escluso molte donne polacche. La proposta di legge eliminerebbe l’accesso all’interruzione di gravidanza anche per le vittime di stupro o incesto. E minaccia addirittura di punire le donne che vogliono abortire con una pena detentiva. Questa disposizione è anche probabile che serva a spaventare i pochi medici ancora disposti a praticare aborti.
Ma la proposta di legge è anche una minaccia alle donne che hanno un aborto spontaneo: potrebbero infatti venire indagate perché possibilmente sospette di aver causato la morte di un “bambino concepito”, reato punibile con il carcere. La legge insomma, farà in modo di ridurre ulteriormente il numero di medici non obiettori. Il testo di legge è il frutto di una petizione firmata da 450mila persone promossa dall’organizzazione Ordo Iuris e sostenuta dalla chiesa cattolica locale. L’unica ragione tollerata dalla legge per consentire l’aborto è il grave pericolo per la vita della donna.
Immagini delle manifestazioni di oggi
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— EVELINA (@Flyforawhile) 3 ottobre 2016
“Jarosław – kobiety zostaw, kup sobie LEGO i zaproś Antoniego”- skandują kobiety przed siedzibą PiS. Zdjęcia cz.3 #CzarnyProtest @TOKFM_NEWS pic.twitter.com/XPSmg04yV3
— tomasz.fenske (@tomaszfenske) 3 ottobre 2016
Le donne che si oppongono alla nuova legge spiegano, tra l’altro, che il numero di aborti non è affatto diminuito come si dice, ma che, come è sempre successo, le donne ricorrono a pratiche clandestine, costose o pericolose.
La Polonia è già sotto la lente delle autorità europee per una serie di leggi che limitano la libertà di stampa e rendono politiche le nomine della corte costituzionale. Per questo il governo di Legge e Giustizia ha annunciato che proporrà una legge meno restrittiva che introduce comunque nuovi limiti. Il tema, come molti altri sui quali il partito di destra nazionalista ha deciso di perseguire la propria strada, è di quelli che ha poco a che vedere con i problemi del Paese dove ad esempio quasi non ci sono rifugiati. La scelta è quella in voga in diversi paesi dell’est europeo in questi anni, quella populista estrema: rilanciare di continuo parole d’ordine, crociate, battaglie epocali nazionali. Ha funzionato piuttosto bene, nonostante la sconfitta di misura del premier ungherese Orban al referendum sulle quote di rifugiati. La speranza è che la battaglia intrapresa dalle donne polacche contribuisca a cambiare il clima asfittico che si respira in Polonia.