Chi siamo, noi Italiani? L’antropologo Giuseppe Sergi non ha dubbi: la razza «più bella morfologicamente che sia apparsa in Europa». Ma lui si crogiola in questa sicurezza alla fine dell’Ottocento. Poi c’è stato il fascismo, che sull’idea di razza italiana pura ha fondato le sciagurate leggi razziste del 1938. E oggi c’è la genetica, che smonta entrambe le assunzioni di Giuseppe Sergi. Intanto perché è stato dimostrato che il concetto di razza umana non ha alcun fondamento scientifico. E poi perché non esiste una popolazione italica sufficientemente omogenea. Ma nella penisola esiste un gradiente di diversità genetica che fa della popolazione italiana la più variegata d’Europa.
È questo il succo di una serie di studi che hanno trovato una sintesi, provvisoria, in un articolo, The Italian genome reflects the history of Europe and the Mediterranean basin, pubblicato lo scorso luglio sull’European Journal of Human Genetics (l’articolo era apparso già sull’edizione on line della rivista nel novembre 2015) a opera di Giovanni Fiorito, antropologo dell’Università di Torino e di un gruppo di suoi collaboratori tra cui Alberto Piazza, un pioniere di questi studi, e in un libro, Italiani. Come il Dna ci aiuta a capire chi siamo, pubblicato a settembre con l’editore Carocci da due antropologi della Sapienza, Università di Roma: Giovanni Destro Bisol e Marco Capocasa.
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