Scoperta in Sicilia l'ennesima truffa in scuole paritarie. Che fa il Governo? Apre le private parificate anche ai fondi europei Pon e aumenta la detassazione sulle rette. Il sottosegretario Toccafondi con orgoglio: «Nemmeno con la Dc era stato fatto così tanto»

Negli stessi giorni in cui in Sicilia una operazione della Guardia di Finanza smaschera su una vasta rete di diplomifici nelle scuole paritarie che ha portato a 80 indagati tra professori e insegnanti, il governo aumenta i finanziamenti alle scuole gestite da privati. Due volti della stessa medaglia: il pianeta dell’istruzione privata che la legge 62/2000 di Luigi Berlinguer ha parificato a quella statale. L’aumento di fondi lo ha annunciato il 3 novembre a Il Sussidiario.net il sottosegretario all’Istruzione Gabriele Toccafondi, fiorentino, già deputato e coordinatore per il Pdl e adesso con Ncd-Ap di Alfano. «Per il riconoscimento della parità è stato fatto di più da questo governo in due anni che negli ultimi settant’anni. Nessuno aveva mai fatto così, nemmeno quando c’era la Dc», ha detto con orgoglio.

In sintesi, annuncia lo stesso Toccafondi, si è passati dai 272 milioni della legge di Stabilità del 2014 ai 500 milioni attuali. Non solo: ecco qua snocciolati i finanziamenti «voluti e ottenuti da Ap», come tiene a precisare Toccafondi. Si tratta di 24 milioni per i disabili, 50 per le materne e in più quei soldi che derivano dall’aumento delle detrazioni: dai 400 euro di retta per ragazzo si passa al doppio: 800 euro. Nell’intervista il sottosegretario svela altri aspetti di quella che lo stesso sottosegretario chiama “rivoluzione culturale”.

Grazie agli emendamenti inseriti nella legge di stabilità, rivela Toccafondi sempre al Sussidiario.net il 26 novembre, chi verserà lo School Bonus, la donazione consentita ai privati (con credito d’imposta del 65%), vedrà i propri soldi andare direttamente all’istituto in questione e non al Ministero. Sul punto, al momento dell’approvazione della legge sulla Buona scuola, la polemica era stata fortissima: non si voleva che potendo scegliere la scuola destinataria dei “regali”, si favorissero le scuole con una platea più benestante aumentando le differenze tra zone ricche e zone povere delle città e del Paese. Alla fine era stato deciso che lo School Bonus indirizzato al Miur andava per il 90% alla scuola e il 10% a un fondo per tutte le scuole. Adesso, a quanto pare, la Legge di Stabilità, ha tolto anche questa piccola fetta di soldi dei privati per le aree più disagiate.

Altri fondi poi sono programmati anche per l’alternanza scuola lavoro e, novità assoluta, le scuole paritarie possono accedere ai fondi Pon europei con propri progetti autonomi senza far parte di reti di scuole.
«Si tratta di un autentico colpo di mano», dice in una nota la Flc Cgil, mettendo in evidenza che la decisione sui Pon, tra l’altro, «contrasta con quanto espressamente affermato dal Miur durante la fase di elaborazione del Pon in tutti i tavoli di discussione con il partenariato istituzionale, economico e sociale». Nella programmazione precedente comunitaria in cui comunque vigeva la legge 62/2000, fa notare la Cgil, soltanto le scuole statali sono rientrate nei fondi Pon.

Quanto ai diplomifici che sorgono nelle scuole paritarie, il sottosegretario Davide Faraone ha dichiarato oggi al Corriere della Sera che in sei mesi di ispezioni in 288 scuole, a 27 è stata revocata la parità, mentre in 145 istituti sono state trovate problematiche da sanare. Insomma, non sono proprio dei casi isolati. Il caso scoperto durante l’operazione “Diplomat”, in provincia di Ragusa, è emblematico: gli studenti pagavano 3.500 euro per un diploma di maturità, compiti in classe con soluzioni già indicate, nessuna interrogazione, lezioni non frequentate, insomma una scuola davvero sui generis che pure risultava uguale a una statale.

Nonostante i lati oscuri di queste scuole, in cui avviene anche lo sfruttamento degli insegnanti, come ha messo in evidenza Paolo Latella con il suo Il libro nero della scuola italiana, lo Stato aumenta i finanziamenti chiesti a piena voce dal mondo cattolico che gestisce, ricordiamo, la maggior parte degli istituti paritari. Tutto questo mentre la scuola pubblica, a un anno e mezzo dalla Buona Scuola, non riesce a decollare, anzi, affonda ancora di più tra caos nell’assegnazione delle cattedre, nell’alternanza scuola lavoro, che toglie ore di insegnamento per un “avviamento” alle professioni decisamente superficiale, e cambiamenti più o meno latenti nella didattica, senza una visione globale. Anche gli interventi sull’edilizia scolastica vanno a rilento nonostante l’annuncio di nuovi fondi. Sono ancora pochi, ma si preferisce “spartirli” con le scuole paritarie.