«Addebitarmi gli scontri di piazza è un'operazione davvero disonesta. E anche pericolosa». Il sindaco di Napoli Luigi De Magistris torna a parlare all'indomani della manifestazione #MaiConSalvini dell'11 marzo nella capoluogo partenopeo. «Trovate una dichiarazione, una, in cui io abbia incoraggiato o invocato gli scontri», dice ai giornalisti. «Ho sempre detto che Salvini deve essere accolto con satira, con musica, con la cultura e la dura contestazione politica. E seppellito politicamente, come Napoli sa fare: con le armi della democrazia, dell'ironia e della contestazione politica».
«Siamo per il dissenso, siamo perché si facciano manifestazioni non violente, pacifiche, solari. Di cultura e di musica», aveva in effetti detto il sindaco in un video in cui spiega anche cosa è successo sulla Mostra d'Oltremare, il luogo che il governo ha ordinato al Comune di mettere a disposizione del leghista. O, ancora, «la lotta sarà dura e non violenta, ma non ci faremo prendere in giro da Salvini che viene qui in campagna elettorale».
«Io non avrei mai agito come De Magistris. A Milano non abbiamo mai negato niente a nessuno». Giuliano Pisapia non perde l'occasione per attaccare Luigi De Magistris, che ci tiene a precisare:«Ha fatto una scelta politica diversa dalla mia, ha scelto di essere vicino a realtà che credono che il centrosinistra sia il nemico principale, mentre per me il nemico è il centrodestra», prosegue. E il primo cittadino campano ribatte: «Peccato che noi a Napoli non abbiamo negato niente a nessuno. Il sindaco ha semplicemente espresso la contrarietà a un'iniziativa assolutamente inopportuna: la presenza alla Mostra d'Oltremare, in un luogo dell'amministrazione o comunque riconducibile all'amministrazione, di un esponente politico che, all'insegna dello slogan 'Napoli colera', ha fatto della sua vita politica un atto di fede contro Napoli e il Sud».
Anche dal governo arriva un colpo basso per il sindaco di Napoli, stavolta per bocca del ministro Marco Minniti che, dal Lingotto, rivendica l'operato della polizia e aggiunge: «La vicenda di sabato rappresenta un punto cruciale per la nostra concezione della democrazia. È importante che i diritti costituzionali siano garantiti per tutti ed è altrettanto importante che sia chiaro che in democrazia c'è un confine che non è valicabile: la violenza. Chi pratica la violenza è contro le nostre libertà e non può pensare di zittire l'altro», perché «democrazia vuol dire che anche l'avversario più radicale», anche «quello più distante da noi», possa «esprimere le proprie opinioni». Peccato che il video diffuso che riporta le cariche della polizia sui manifestanti pacifici - è bene scriverlo - dicano l'opposto rispetto a quanto affermato dal ministro.
Mentre sia Renzi che il governo si affannano a difendere, di fatto, il leader leghista e la sua "libertà di espressione", De Magistris ricorda: «Quello che Salvini fa e dice non è politica, è apologia del fascismo», taglia corto. «Lanciare una pietra è reato, ma lo è anche l'apologia del fascismo. Sono reati diversi, ma entrambi sono reati. Innanzitutto nei confronti di Salvini e delle azioni che quotidianamente fa». Per il sindaco, che è anche il presidente del movimento DemA, in questa vicenda: «Conosco la storia del Novecento e anche quella di oggi, e sono orgoglioso del fatto che la città resista politicamente a un'avanzata di tipo fascista di Matteo Salvini, che non deve essere sottovalutata».
«Addebitarmi gli scontri di piazza è un’operazione davvero disonesta. E anche pericolosa». Il sindaco di Napoli Luigi De Magistris torna a parlare all’indomani della manifestazione #MaiConSalvini dell’11 marzo nella capoluogo partenopeo. «Trovate una dichiarazione, una, in cui io abbia incoraggiato o invocato gli scontri», dice ai giornalisti. «Ho sempre detto che Salvini deve essere accolto con satira, con musica, con la cultura e la dura contestazione politica. E seppellito politicamente, come Napoli sa fare: con le armi della democrazia, dell’ironia e della contestazione politica».
«Siamo per il dissenso, siamo perché si facciano manifestazioni non violente, pacifiche, solari. Di cultura e di musica», aveva in effetti detto il sindaco in un video in cui spiega anche cosa è successo sulla Mostra d’Oltremare, il luogo che il governo ha ordinato al Comune di mettere a disposizione del leghista. O, ancora, «la lotta sarà dura e non violenta, ma non ci faremo prendere in giro da Salvini che viene qui in campagna elettorale».
«Io non avrei mai agito come De Magistris. A Milano non abbiamo mai negato niente a nessuno». Giuliano Pisapia non perde l’occasione per attaccare Luigi De Magistris, che ci tiene a precisare:«Ha fatto una scelta politica diversa dalla mia, ha scelto di essere vicino a realtà che credono che il centrosinistra sia il nemico principale, mentre per me il nemico è il centrodestra», prosegue. E il primo cittadino campano ribatte: «Peccato che noi a Napoli non abbiamo negato niente a nessuno. Il sindaco ha semplicemente espresso la contrarietà a un’iniziativa assolutamente inopportuna: la presenza alla Mostra d’Oltremare, in un luogo dell’amministrazione o comunque riconducibile all’amministrazione, di un esponente politico che, all’insegna dello slogan ‘Napoli colera’, ha fatto della sua vita politica un atto di fede contro Napoli e il Sud».
Anche dal governo arriva un colpo basso per il sindaco di Napoli, stavolta per bocca del ministro Marco Minniti che, dal Lingotto, rivendica l’operato della polizia e aggiunge: «La vicenda di sabato rappresenta un punto cruciale per la nostra concezione della democrazia. È importante che i diritti costituzionali siano garantiti per tutti ed è altrettanto importante che sia chiaro che in democrazia c’è un confine che non è valicabile: la violenza. Chi pratica la violenza è contro le nostre libertà e non può pensare di zittire l’altro», perché «democrazia vuol dire che anche l’avversario più radicale», anche «quello più distante da noi», possa «esprimere le proprie opinioni». Peccato che il video diffuso che riporta le cariche della polizia sui manifestanti pacifici – è bene scriverlo – dicano l’opposto rispetto a quanto affermato dal ministro.
Mentre sia Renzi che il governo si affannano a difendere, di fatto, il leader leghista e la sua “libertà di espressione”, De Magistris ricorda: «Quello che Salvini fa e dice non è politica, è apologia del fascismo», taglia corto. «Lanciare una pietra è reato, ma lo è anche l’apologia del fascismo. Sono reati diversi, ma entrambi sono reati. Innanzitutto nei confronti di Salvini e delle azioni che quotidianamente fa». Per il sindaco, che è anche il presidente del movimento DemA, in questa vicenda: «Conosco la storia del Novecento e anche quella di oggi, e sono orgoglioso del fatto che la città resista politicamente a un’avanzata di tipo fascista di Matteo Salvini, che non deve essere sottovalutata».