Ma davvero qualcuno crede che tutto questo ciarlare di rifugiati, Mediterraneo e ONG sia davvero figlio di un reale interesse per le sorti dei soldi e delle persone da parte di questi quattro tirapiedi che cavalcano un’inchiesta (conoscitiva, tra l’altro) per riuscire a solleticare un po’ di razzismo travestendosi da “responsabilmente preoccupati”?
Ma davvero è così difficile capire che massimizzare il profitto dai dubbi del Procuratore di Catania (che tra l’altro ieri dopo essersi goduto un giorno di celebrità televisiva ha già cominciato a smussarsi e a bisbigliare che è stato “frainteso”) significa soprattutto buttare a mare (appunto) il lavoro umanitario di chi sulle nostre coste si occupa del salvataggio di vite?
Il giochino è semplice, quasi banale: bisogna riuscire a drenare voti a destra fingendosi “umani” e progressisti e qualsiasi minuscola possibilità di dare addosso allo straniero giocando di sponda è un’occasione imperdibile. È l’eterno gioco di chi in politica non prende posizioni nette per accattare voti da destra a sinistra. Come quelli che non pronunciano la parola antifascismo e il 25 aprile sfilano in blu questi indossano i panni dei paladini della legalità per rimestare nel fango e concedere un’idea di “mancato soccorso” in nome della legge. L’indagine di Catania, i documenti Frontex e le testimonianze degli operatori in realtà sono solo strumentali.
Qui siamo oltre: dal lucrare sui morti siamo passati al lucrare su chi salva i vivi. Sognano di essere Salvini, insomma, ma non ne hanno nemmeno il coraggio.
Buon venerdì.