Tra cinque giorni questo gioiello dell'orientalismo finirà all'asta. La società che lo aveva rilevato è fallita. Interrogazioni a Franceschini perché se ne interessi il ministero

Il castello di Sammezzano, gioiello di architettura in stile moresco, rischia di essere svenduto.  Riserbo sull’asta che non si è tenuta il 24 maggio, quando il castello doveva essere battuto a partire da un prezzo di 15 milioni di euro. Le aste dell’ ottobre 2015 sono andate deserte.  Così anche a marzo 2016  quando  era stato ad essere battuto all’asta di nuovo a prezzo ribassato.

Mugello potrebbe perdere  uno dei suoi luoghi più immaginifici e suggestivi. Perché il complesso, oltre al maniero comprende altre dodici costruzioni e un parco di 65 ettari dove si trova il bosco di sequoie più grande d’Italia, con esemplari secolari e altissimi.

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Questo spettacolare castello, un’Ahlambra toscana con 365 sale, sorge a Reggello, a pochi chilomentri a nord di Firenze e fu ideato da un personaggio singolare come il marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragon (amante dell’arte e repubblicano della prima ora) che ne modificò la struttura preesistente adeguandolo alla moda ottocentesca dell’Orientalismo, riprogettandolo e orchestrando personalmente questo caleidoscopio di stucchi e piastrelle decorate. Il prezzo base dell’asta è di 22milioni e 200mila euro e, dopo l’interrogazione parlamentare alla Camera di Lorenzo Becattini  del Pd, nella seduta del 7 ottobre 2015  parlamentari del movimento cinque stelle si sono rivolti al ministro dei Beni culturali e del Turismo Dario Franceschini chiedendo un interessamento dello Stato, dal momento che  la Castle spa, la società inglese, che nel 2001 l’aveva rilevato da un fallimento, ha deciso di dismetterlo.

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Negli anni, all’incapacità di gestione del privato che aveva lasciato il castello vuoto hanno cercato di supplire associazioni spontanee di cittadini: volontari toscani hanno costituito un’associazione, il comitato FPXA, per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica, riscoprendo e raccontando la storia di questo castello e del marchese cosmopolita che lo ideò, organizzando visite guidate e facendo interventi di piccola manutenzione e tutela della immaginifica facciata che ricorda il mausoleo indiano Taj Mahal, guidando turisti e curiosi alla scoperta della sala dei Pavoni, della galleria tra la sala degli Specchi e l’ottagono del Fumoir e delle altre sale arabeggianti da cui sono stati colpiti molti registi,  compreso, di recente, Matteo Garrone che  qui ha girato alcune scene del su film presentato a Cannes, Il racconto dei racconti.

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Selma Hayek in una scena de Il racconto dei racconti di Matteo Garrone

Sperando che lo Stato faccia un’offerta pubblica per il castello ed il suo parco storico, si accende  la mobilitazione on line per salvare il Castello: la raccolta fondi lanciata da un giovane sangiovannese ma soprattuto ha fatto già il giro del web; ed è nata a fianco anche una petizione on line, che ha già superato le 2.700 sottoscrizioni.

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