Crisi economica, integrazione e immigrazione. Sono questi i tre punti principali del discorso del presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla London School of Economics.
Dopo essere stato ricevuto negli appartamenti privati della regina Elisabetta II, il presidente è stato invitato nell’ateneo londinese per un dibattito sulla visione italiana dell’Unione Europea in un momento critico per i rapporti tra la Gran Bretagna e Bruxelles. «Sarebbe puerile scappare dall’integrazione» ha sostenuto Mattarella durante i suoi 45 minuti di discorso, lanciando indirettamente una frecciata nei confronti del Regno Unito che entro il 2017 si appresterà a votare un referendum per la membership all’Unione.
«Riconosco che l’Unione Europea appare ancora come un cantiere in costruzione – ha sostenuto il presidente – ma lo spirito di integrazione che ci ha guidato fino ad oggi non si affievolisca». Dal palco dell’LSE Mattarella ha anche citato Wiston Churchill, primo ministro inglese durante la Seconda Guerra Mondiale, che durante un suo discorso a Zurigo «già parlava di Stati Uniti d’Europa per un’integrazione che vada oltre quella economica e sia all’altezza delle sfide del futuro».
Tra le sfide del futuro c’è proprio la questione dell’immigrazione. «Questo flusso migratorio mette in gioco i nostri valori di pace e libertà che ci hanno permesso di prosperare dal dopo guerra ad oggi – ha continuato Mattarella – pace e libertà che i migranti non hanno potuto vivere. Siamo un punto di libertà per loro e dobbiamo affermare questo valore democratico aiutando chi viene da lontano dando risposte coerenti».
Parlando dell’operazione ormai conclusa di Mare Nostrum, il presidente rivela che era circondata di «critiche infondate» e che Triton «seppur concreta, non basta come risposta: ora serve un cambio di marcia». Mattarella indica quindi «solidarietà ed il dare l’esempio» come la via maestra per affrontare il flusso migratorio ma anche una politica estera e di sicurezza più integrata. «C’è bisogno di un’azione forte ed incisiva con una politica estera coesa senza approcci ideologici cercando di arrivare ad una spesa di difesa comunitaria invece di limitarla ai soli stati nazionali e che guardi agli interessi comuni e non solo alle singole visioni di breve periodo».
Dal cuore di Londra, quindi, il presidente ha sottolineato l’esigenza di «più Europa» senza che i summit si trasformino in «ritorno di benefici nazionali, che sono sempre a somma zero». «Niente deve bloccare l’integrazione europea – ha proseguito Mattarella – e si abbia il coraggio di andare oltre una mera area di libero scambio, area troppo fragile per le sfide future».
Il discorso di Mattarella arriva a poche ore dall’intervista del ministro degli esteri britannico Philip Hammond rilasciata alla BBC 4 dove ribadisce la volontà del governo guidato da David Cameron di votare per l’uscita della Gran Bretagna dall’UE, «se non ci sarà un accordo per una riforma dell’Unione».
Tra le richieste di Downing street c’è quella di limitare l’immigrazione europea verso il Regno Unito, l’adozione di una dichiarazione dei diritti umani che si discosta da quella dei trattati europei e la salvaguardia della City da interventi europei.
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