La copertina di Left questa settimana è dedicata all’agricoltura. Che ricette esistono per cambiare il modo in cui produciamo e consumiamo cibo? E che danni fanno le multinazionali dell’Agribusiness ad ambiente e società? Ecco qualche assaggio, molto piccolo, di quel che trovate nel numero in edicola
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Brevetti e Multinazionali chi privatizza il cibo?
L’analisi di Raffaele Lupoli
Cosa mangeremo quando saremo 10 miliardi? La sfida è tra l’agroindustria, che punta sui brevetti e la conquista dei mercati, e i piccoli produttori locali che vogliono rimanere liberi di utilizzare e scambiarsi i semi a loro piacimento (…) Monsanto, Syngenia, Bayer e compagnia hanno già preso di mira grano, mais, soia e palma da olio, canna da zucchero e caffé. Il contadino che pianterà i semi brevettati dovrà pagare i diritti d’uso.
È tempo di Blue economy
La proposta di Gunter Pauli (economista, imprenditore, saggista)
Passare dalla scarsità della globalizzazione all’abbondanza è possibile. Come? Riprendendo in mano la produzione alimentare. Dovremmo fare in modo che materia, energia e nutrizione siano continuamente upcycled, in continuo riuso creativo
La mia rivoluzione per la terra e l’umanesimo
Tiziana Barillà intervista Pierre Rahbi, pioniere dell’agro-ecologia
Se i camion smetessero di portare vibo a Parigi, la città resisterebbe 4 o 5 giorni prima di piombare nella fame. Noi sperimentiamo la nostra autonomia: orto, animali e collettività (…) Ci lamentiamo delle multinazionali ma diamo loro ogni giorno il nostro denaro. E’ importante capire che nel comportamento individuale di ciascuno c’è una responsabilità morale. Poi occorrerà chiedersi se esiste un modo diverso di organizzare le cose.
La regola del “quai”
di Daniele De Michele aka Donpasta
Dove sono cresciuto vigeva la sola regola utile, quella del buon senso, che dice che meno si condiziona nascita e crescita del cibo e più questo sarà buono. Alla faccia delle leggi stupide e degli interessi delle lobby
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Left n.40 lo trovi in edicola da sabato 17 ottobre
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