Nelle tabelle della legge di stabilità la conferma che il governo non rispetta le indicazioni della Camera e se ne infischia di anni di pressioni della società civile

Nessuno tocchi gli F-35. Anche quest’anno, continueremo a finanziare cospicuamente il programma di armamenti JSF (Joint Strike Fighter). Restano infatti intatti i 10 miliardi messi a bilancio nella legge di Stabilità 2016 attualmente al vaglio al Senato.
Questo nonostante agli atti ci sia una mozione approvata alla Camera nel settembre 2014 che impegnava il governo al dimezzamento del budget riservato ai discussi (e inutilmente dispendiosi) caccia. Riduzione che avrebbe comportato anche la diminuzione del numero di aerei da guerra costruiti. Un impegno che il governo, ora appare evidente, non ha mai ritenuto di dover prendere in considerazione – come numerose interrogazioni e le altrettanto evasive risposte dei ministri interpellati lasciavano intendere.

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A dimostrazione di questo, basti rileggersi gli intenti pluriennali delineati dei Documenti di Programmazione Pluriennale della Difesa, scandagliate da Francesco Vignarca, coordinatore nazionale della Rete Italiana per il Disarmo e pubblicate da Altreconomia, che tracciano intenzioni e strategie anche di procurement militare. Per tre anni consecutivi la riconferma: “oneri complessivi stimati in circa 10 miliardi di Euro”.

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In realtà, questo è un andamento del tutto prevedibile, purtroppo,  a causa degli accordi contrattuali presi dal ministero della Difesa del programma di acquisto degli F-35 con la statunitense Lockheed Martin (d cui non si è ancora riusciti a prendere visione). Il “Memorandum of Agreement” per la fase concettuale-dimostrativa con un investimento di 10 milioni di dollari è stato firmato nel ’98, e nel 2011 vengono definite le partecipazioni industriali, l’impegno economico e i requisiti dei singoli partner, i quali verranno coinvolti nello sviluppo, produzione e test fino a poter operare efficacemente il nuovo sistema d’arma. L’Italia “prenota” 131 velivoli e per quelli si impegna.

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Però forse potrebbe servire ricordare quello che diceva, rispetto alle spese annunciate dal governo Monti, il nostro poliedrico e camaleontico presidente del Consiglio e allora semplice sindaco Matteo Renzi (rigorosamente a mezzo Twitter) nel giugno del 2012: “non capisco perché buttare via così una dozzina di miliardi per gli F35”.

«Continuo a non capire perché buttar via così tanto sulle spese militari, a partire dalla dozzina di miliardi necessari a comprare i nuovi F-35. Anche basta, dai».

Anche basta, dai Matteo. Ora che sei tu decidere.

Impicciarsi di come funzionano le cose, è più forte di lei. Sarà per questo - o forse per l'insanabile e irrispettosa irriverenza - che da piccola la chiamavano “bertuccia”. Dal Fatto Quotidiano, passando per Narcomafie, Linkiesta, Lettera43 e l'Espresso, approda a Left. Dove si occupa di quelle cose pallosissime che, con suo estremo entusiasmo invece, le sbolognano sempre: inchieste e mafia. E grillini, grillini, grillini. Dalla sua amata Emilia-Romagna, torna mestamente a Roma, dove attualmente vive.