Per volontà del segretario Pd, a Napoli e Milano le primarie dovranno aspettare. E quel che doveva essere il rinnovamento totale della politica ricorda tanto un democristianissimo rinvio

La nuova brillante idea del partito renzicratico è quella di decidere di aspettare a decidere. Quando ciò che accade non si incastra perfettamente con le volontà di Matteo Renzi si agisce per usura; e così Bassolino a Napoli e il centrosinistra milanese ieri sera hanno avuto l’onore di sapere che il Partito Democratico, per nome del suo Segretario e i soliti noti intorno a lui, ha scelto di posticipare qualsiasi decisione sulle primarie a Napoli e Milano a digestione avvenuta, dopo la sbornia natalizia e capodannifera.

Così va a finire che mentre i dirigenti del PD hanno elaborato la sofisticata scelta di alzare la manina e urlare “arimo, fermi tutti!” e anche il sonnacchioso piddino Roberto Speranza riesce ad architettare una stoccata con cui viene difficile non essere d’accordo: «I problemi politici si affrontano con la politica, non cambiando le regole” ha dichiarato il membro della minoranza interna al Corriere della Sera. E ha ragione: l’attendismo rimanda ai machiavellici gesti di un Andreotti qualsiasi piuttosto che allo sfavillante nuovismo che ci era stato promesso.

E così l’assemblea del PD (che ormai ha i contorni di un reality che potrebbe intitolarsi nannimorettianamente “Continuiamo pure a farci modernamente del male”) si trasforma nel manifesto di un partito che appare sempre più svuotato nel suo spessore di democrazia interna mentre due  importanti città italiane come Milano e Napoli vengono parcheggiate come bambini esagitati nel box dei giochi con qualche peluche da spiluccare. E ancora una volta il centrosinistra (anzi: il centrocentrocentrosinistra) riesce a rendere empatico e contemporaneo anche un Bassolino qualsiasi.

Insomma: Matteo Renzi è così nuovo che si è superato dal solo e per ora sembra che la vaporizzazione del PD continui ad essere la sua riforma più riuscita.