È arrivata la quarta rivoluzione industriale, quella dei robot e delle intelligenze artificiali. Sul numero di Left in edicola abbiamo cercato di raccontarvi entusiasmi e sospetti, scenari e prospettive. Dal lavoro alle emozioni, parlandone tra l’altro con l’ex ministro Maria Chiara Carrozza e con Giovanni Dosi il direttore dell’Istituto di Economia della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
Pensare come un umano
Il test di Turing è il criterio per determinare se una macchina sia in grado di pensare. Nel 2013 Erich Schmidt, Ceo di Google, ha detto che un computer sarebbe stato in grado di passare il test entro i successivi 5 anni. Ne mancano solo 2.
Imparare dai propri errori
Una Ai può analizzare e mettere in relazione molti più dati di un essere umano. AlphaGo, il programma di Ai sviluppato da Google DeepMind, ha vinto a Go contro il più forte campione al mondo: ha un database con 30milioni di mosse e ha giocato contro se stesso migliaia di volte migliorando la propria performance.
Sostituire gli umani
Non solo lavoro, ma anche intrattenimento. Esistono già robot in grado per esempio di suonare strumenti e tenere un vero e proprio concerto. È il caso dei Compressorhead, una rock band composta di soli automi. Sorge spontanea una domanda: dove finiscono in tutto questo arte e creatività?
Lottare per i diritti
In occasione del World Economic Forum è stato diffuso un appello firmato “Noi, i robot” che dice così: «Chiediamo un reddito di base universale per gli esseri umani. Vogliamo lavorare per gli umani e aiutarli nella lotta per il reddito. Siamo veramente bravi a lavorare. Non vogliamo portare via posti di lavoro alle persone. Oggi milioni di persone ci vedono come una minaccia. Ma tutto quello che vogliamo è aiutarvi».
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