La fragile situazione del Monte dei Paschi di Siena tiene occupata gran parte della stampa italiana e non solo italiana. Ma mentre le preoccupazioni per il piccolo Istituto senese si ingrossano, molta poca attenzione viene dedicata al vero, gigantesco bubbone del sistema bancario mondiale: Deutsche Bank (DB). Nata nel 1870 per liberare i mercanti tedeschi dal predominio della finanza anglosassone, che lucrava sul commercio internazionale del nascente Secondo Reich, dopo quasi un secolo e mezzo di attività è divenuta una delle più grandi banche d’investimento del mondo, comparabile con Goldman Sachs o JP Morgan: 100mila dipendenti in 70 Paesi, oltre 1.600 miliardi di asset e interessi che spaziano in tutte le direzioni, dalle valute (è la banca leader nel “forex”) ai mutui, fino ai derivati. E come vedremo proprio i derivati rappresentano la vera incognita del colosso tedesco. DB accusa la crisi finanziaria globale del 2008 ma sembra uscirne abbastanza bene, nonostante fosse pesantemente esposta al crollo dei mutui subprime e una dei maggiori operatori nel mercato delle obbligazioni collateralizzate (Cdo). Anzi, come rivelerà un’inchiesta del Senato americano, DB continuò imperterrita a trattare debiti dubbi con i suoi Cdo anche negli anni successivi.
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