Sabato prossimo Alex Schwazer volerà verso Rio de Janeiro, dove si attende il verdetto del Tribunale arbitrale sportivo (Tas) sulla sua partecipazione ai giochi. Il marciatore non ci sta a rinunciare alle Olimpiadi e fa sapere che prenderà il volo il 6 agosto assieme al suo allenatore Sandro Donati. «Non posso pensare che tutto il lavoro svolto negli ultimi mesi, tutti i controlli a cui mi sono sottoposto, non siano serviti a nulla» ha scritto questa mattina l'atleta sulla sua pagina facebook. Che la tensione sia palpabile lo conferma a Left anche Donati, che approfondisce sul settimanale in edicola tutti i dubbi sul campione di urina raccolto il primo gennaio e trovato positivo al testosterone sintetico. Il tecnico originario di Monteporzio Catone ha spiegato tutti i suoi dubbi su un eventuale manomissione dei campione, sugli interessi e poteri forti che non vogliono Schwazer ai Giochi. E sul fatto che l'esito delle analisi sui stato reso noto soltanto a giugno, dopo che l'atleta altoatesino vincendo la 50 km di marcia ai mondiali a squadre di Roma dell'8 maggio, con tempi di tutto rispetto, aveva conquistato la partecipazione a Rio 2016. Ventiquattr'ore dopo l'inaugurazione dei Giochi, l'atleta partirà per il Brasile, determinato a mettere la parola fine su quella che doveva essere la sua occasione di riscatto e invece si è trasformata in un incubo. «Su richiesta della Iaaf, l’8 agosto avrò un’udienza davanti al Tribunale Arbitrale dello Sport e spero di ottenere in un paio di giorni il giudizio che decide definitivamente se potrò o meno partecipare alle Olimpiadi. Non so cosa pensare perché la confusione di queste settimane è stata tanta e devo dire che è veramente dura mantenere un equilibrio che permetta di affrontare un’Olimpiade in questa situazione. Sempre che possa affrontarla da atleta» ha dichairato il marciatore altoatesino. Schwazer ha confermato la sua intenzione di argomentare davanti al Tas la propria innocenza «mostrando l’assoluta linearità di tutti i controlli ematici ed ormonali a cui mi sono sottoposto». Il 12 agosto è in calendario la 20 km maschile e una settimana dopo, venerdì 19, la 50 km: se Schwazer potrà gareggiare sapremo già su chi saranno puntati i riflettori olimpici. [su_divider text="In edicola" style="dotted" divider_color="#d3cfcf"]

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Sabato prossimo Alex Schwazer volerà verso Rio de Janeiro, dove si attende il verdetto del Tribunale arbitrale sportivo (Tas) sulla sua partecipazione ai giochi. Il marciatore non ci sta a rinunciare alle Olimpiadi e fa sapere che prenderà il volo il 6 agosto assieme al suo allenatore Sandro Donati. «Non posso pensare che tutto il lavoro svolto negli ultimi mesi, tutti i controlli a cui mi sono sottoposto, non siano serviti a nulla» ha scritto questa mattina l’atleta sulla sua pagina facebook.

Che la tensione sia palpabile lo conferma a Left anche Donati, che approfondisce sul settimanale in edicola tutti i dubbi sul campione di urina raccolto il primo gennaio e trovato positivo al testosterone sintetico. Il tecnico originario di Monteporzio Catone ha spiegato tutti i suoi dubbi su un eventuale manomissione dei campione, sugli interessi e poteri forti che non vogliono Schwazer ai Giochi. E sul fatto che l’esito delle analisi sui stato reso noto soltanto a giugno, dopo che l’atleta altoatesino vincendo la 50 km di marcia ai mondiali a squadre di Roma dell’8 maggio, con tempi di tutto rispetto, aveva conquistato la partecipazione a Rio 2016.

Ventiquattr’ore dopo l’inaugurazione dei Giochi, l’atleta partirà per il Brasile, determinato a mettere la parola fine su quella che doveva essere la sua occasione di riscatto e invece si è trasformata in un incubo. «Su richiesta della Iaaf, l’8 agosto avrò un’udienza davanti al Tribunale Arbitrale dello Sport e spero di ottenere in un paio di giorni il giudizio che decide definitivamente se potrò o meno partecipare alle Olimpiadi. Non so cosa pensare perché la confusione di queste settimane è stata tanta e devo dire che è veramente dura mantenere un equilibrio che permetta di affrontare un’Olimpiade in questa situazione. Sempre che possa affrontarla da atleta» ha dichairato il marciatore altoatesino.

Schwazer ha confermato la sua intenzione di argomentare davanti al Tas la propria innocenza «mostrando l’assoluta linearità di tutti i controlli ematici ed ormonali a cui mi sono sottoposto». Il 12 agosto è in calendario la 20 km maschile e una settimana dopo, venerdì 19, la 50 km: se Schwazer potrà gareggiare sapremo già su chi saranno puntati i riflettori olimpici.

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