Un po’ gli capitano – come l’emergenza rifiuti, che a Roma è ciclica e non certo un’esclusiva dell’assessora Muraro – un po’ se le cercano, i 5 stelle, le polemiche per rovinarsi (e rovinarci) il Ferragosto. Copiare intere frasi per redigere le linee programmatiche – come notato da Tommaso Labate sul Corriere della Sera – è infatti un ottimo argomento per chi li accusa di esser degli improvvisati. Tornare indietro sulla chiusura definitiva al traffico di via dei Fori Imperiali, da cui sarebbero restati fuori anche gli autobus – come invece deciso dalla giunta Marino, e operativo dal primo agosto – è poi un ottimo argomento per chi sostiene che i 5 stelle hanno le idee un po’ confuse, troppo spesso, incerti tra il mito della mobilità ciclabile e pubblica e la comodità di lisciare ancora una volta il pelo ai cittadini, a cui non piace la casta, come noto, piace il calcio (Paolo Berdini contrario allo stadio della Roma è stato in parte smentito dal vicesindaco Frongia), e di poter passeggiare ai Fori non importa nulla, per pigrizia, incultura o anche perché anni di urbanizzazione folle li hanno spinti a vivere in periferie lontane dal centro di Roma decine di chilometri, tanto che il centro più vicino alle loro vite è quello di Latina o qualche centro commerciale, e quindi tanto vale muoversi più comodamente quando si va in città.
Venticinque chilometri dista dai Fori, ad esempio, la zona di Rocca Cencia, centro nevralgico della vicenda rifiuti. Vicenda che nelle ultime ore, più che per i roghi, i sacchetti e i frigoriferi lasciati in giro, si sta caratterizzando per lo scontro a colpi di dossier tra l’assessora Paola Muraro e il presidente e amministratore di Ama, Daniele Fortini. I due si accusano a vicenda di esser protagonisti di un «golpe», addirittura. Per Muraro, tentato dalla vecchia dirigenza Ama in combutta col Pd ai danni della giunta Raggi: l’emergenza rifiuti sarebbe una sorta di polpetta avvelenata. Per Fortini è invece Muraro che vorrebbe far fuori lui (cosa che avverrà il 4 agosto) per far più spazio a Cerroni, il cattivissimo proprietario di Malagrotta che tanti affari ha fatto con la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti indifferenziati. Per Muraro è Fortini (e dice di avere le mail) a volere il ritorno di Cerroni (che è rientrato in scena offrendo, come soluzione al sovraccarico degli impianti in esercizio – di cui due già suoi – un ulteriore impianto a Rocca Cencia, appunto, che però è attenzionato dalla magistratura). Per Fortini è Muraro ad aver insistito sull’impianto di Rocca Cencia, con lui che in effetti le ha fatto notare le indagini e i costi più alti di quell’impianto. A suo favore Fortini porta poi i risultati di due anni in Ama, la raccolta differenziata salita dal 30 al 40 per cento – un mercato dove Cerroni non entra, non avendo impianti – e le gare per affidare lo smaltimento e il riciclaggio a impianti perlopiù fuori regione. Comunque, polemiche e accuse incrociate a parte, le novità sono due: il piano di Ama per recuperare il ritardo sta funzionando, la mole di rifiuti in strada diminuisce, pur lentamente, e il più (sperano ormai anche dal Campidoglio) lo dovrebbe fare Ferragosto, quando i rifiuti prodotti dai romani calano storicamente del 25 per cento; nelle prossime ore, poi, arriverà il successore di Fortini, e questo ci dovrebbe liberare, almeno in parte, dalla cortina di dossier.
Una buona notizia, per Raggi, è invece la richiesta di archiviazione per la vicenda delle consulenze per la Asl di Civitavecchia. La sindaca della Capitale era accusata di aver omesso di indicare un incarico assunto con l’Azienda Sanitaria di Civitavecchia quando era consigliere comunale. Doveva esser l’asso nella manica del Pd per i ballottaggi (l’inchiesta aveva preso il via dopo l’esposto di Renato Ienaro, presidente del Circolo romano sanità e ambiente del Partito democratico): non ha funzionato, allora, e il caso sarà adesso chiuso. Un boccata di ossigeno, è per Raggi, che però difficilmente compenserà la vicenda rifiuti, destinata a tenere banco ancora un po’, e la polemica sui Fori, che vede i fan di Marino (l’ex sindaco ha lanciato una petizione su change.org) e anche chi l’ha defenestrato difendere il progetto di pedonalizzazione che – per quello che chiederà l’assessore Linda Meleo alla giunta – è rinviata al 2021, quando cioè dai Fori dovrebbe sparire il cantiere della metropolitana. Ma suona molto come un mai più.