Prosegue la telenovela delle email di Clinton. Un danno per la democratica. Si accendono i riflettori sulle violenze nei confronti dei Sioux del North Dakota. Hillary lancia uno spot nucleare, come nel 1964

Clinton è oggettivamente nei guai. Gli otto giorni che separano gli americani dalle urne, anche se hanno già votato in 21 milioni, dovevano più o meno scorrere tranquilli: campagna, comizi, organizzazione della macchina elettorale Stato per Stato, casa per casa e attesa del voto. Poi il capo dell’Fbi ci ha messo del suo, annunciando che l’agenzia avrebbe riaperto il caso delle mail spedita da un server di posta privato – e non quello del Dipartimento di Stato, che è più sicuro. Da tre giorni si parla e litiga solo su quello. Ma cominciamo questa rassegna con qualcosa che non c’entra nulla: la protesta dei Siouw in North Dakota.

La violenza contro i Sioux, l’assoluzione delle milizie dell’Oregon

Da mesi i Sioux del North Dakota, aiutati da tutte le tribù del Paese, protestano in difesa della Standing Rock, terra sacra sulla quale una compagnia vuole costruire un oleodotto. Ne abbiamo già parlato. Ora, la protesta pacifica dei nativi è stata accolta con mobilitazione di polizia, elicotteri, cani e due giorni fa, 141 arresti. Mesi fa una milizia armata di bianchi di destra occupava altre terre comuni di proprietà dello Stato federale. «La terra non può essere del governo federale, le regole federali qui non valgono, questa è casa nostra» era l’idea. Qualche giorno di tensione armata, qualche arresto, nonostante ci fosse scappato il morto, nessun condannato.

Molti qui commentano che si tratta di un comportamento discriminatorio delle istituzioni (statali, non federali in questo caso) che non si fanno problemi a usare la forza contro i Sioux ma non contro la milizia. Ci sono altre due ragioni: le milizie fanno un po’ paura, l’uso della forza avrebbe significato probabilmente nuove proeste altrove; i Sioux portano avanti una protesta concreta non simbolica. Non vogliono un oleodotto, fermano degli interessi. I miliziani dell’Oregon conducevano una battaglia solo politica. Entrambi chiedono di rispettare un diritto ancestrale: solo che i Bundy – la famiglia che ha il ranch che confina con le terre federali – lo fanno per interessi e non sono nativi di quelle terre, i Sioux conducono una battaglia ambientalista. Le botte le hanno prese anche per quello.

Le email

L’Fbi ha ottenuto mandato per guardare dentro le mail di Clinton contenute nel computer di Anthony Weiner, marito di Huma Abedin, braccio destro di Hillary. Contengono materiale Top Secret e, quindi, Clinton ha commesso errori o peggio, reati? Nella precedente indagine non si era verificato un caso simile. E quello era il Pc di Hillary stessa. Certo se ci fosse materiale Top Secret finito nel Pc del marito di una aiutante, Clinton non farebbe una bella figura.

I tempi delle indagini

In queste ore si è capito che gli agenti che indagano sul caso delle email spedite a una minorenne da Weiner – l’indagine è stata avviata per quello e il pc è stato “aperto” per verificare i comportamenti dell’ex rappresentante di New York – avevano visto le mail di Clinton da tempo. Perché hanno informato il capo dell’Fbi Comey solo a una settimana dal voto? Ci sono poi sospetti di violazione della procedura: prima di ottenere il mandato, gli agenti investigavano sulle mail di Weiner, non su quelle di Clinton o Huma Abedin. Se le hanno aperte, hanno violato la privacy. Infine: cercare le mail con un software per individuare doppioni rispetto a quelle già lette sul Pc di Clinton, verificare se ci sono alcune parole chiave (Top Secret o Libia, per esempio) non è un lavoro lungo.

Qui il riassunto delle puntate precedenti relative allo scandalo server privato di Clinton/Sexting di Weiner

Lo spot nucleare del ’64 e quello di Hillary


La storia dello spot di Hillary qui sopra è divertente. Il tema è: possiamo dare a Trump la valigetta nucleare? Meglio di no. La donna che parla è la bambina che vedete nell’immagine del video in bianco e nero. A sua volta, quello spot è una pubblicità politica che ha fatto la storia. Il primo che ha cambiato una campagna elettorale. Daisy, sta cogliendo un fiore (una margherita, che si dice Daisy) ed è serena. Poi c’è la bomba e tutto diventa nero. Voce (riassunto): “La scelta è tra una vita serena e la morte, votate il presidente Johnson”. L’idea da trasmettere era che Barry Goldwater, candidato repubblicano molto di destra fosse pericoloso e irresponsabile. La stessa idea che Clinton prova a trasmettere oggi. Il video originale è questo. All’epoca cambiò la dinamica della corsa per la Casa Bianca. Quest anno nessuna pubblicità sembra aver bucato, fatto parlare troppo. Siamo nell’era dell’informazione frammentata e polverizzata.

Quanti hanno votato?

Negli Usa si vota molto in anticipo. A oggi hanno votato 21 milioni di persone e i segnali sono buoni per Clinton: più elettori registrati come democratici stanno votando che non repubblicani. O quasi. Negli Stati cruciali molti elettori stanno votando – il che rende meno drammatico l’effetto del caso Fbi-email. Problema per Hillary: gli afroamericani stanno votando meno (ne parleremo con un reportage su Left in edicola sabato). La macchina democratica farà di tutto per portare tutti a votare, le minoranze per loro sono cruciali.