Cosa c’era prima del mondo? E com’era il mondo prima che ci fosse qualcosa? «All’inizio non c’era nulla. Tutto era blu, di una certa “bluezza” diciamo, se solo il blu fosse esistito perché non c’era nulla. Forse era tutto viola, non proprio viola però perché nemmeno il viola esisteva visto che ancora non c’era nulla». A raccontarcelo è Nicole Beutler con 3: The Garden, ultimo appuntamento con Olandiamo, la sezione del Romaeuropa Festival dedicata alla danza contemporanea olandese, andato in scena ieri sera a Roma al Teatro India. Con questo spettacolo la coreografa dà letteralmente vita a una sua suggestiva cosmogonia, estrapola parole e immagini da testi mitici, filosofici e sacri e li umanizza sulla scena con danze ipnotiche e sensuali. Assoluto protagonista di questo surreale giardino dell’Eden è il corpo. Volendo trovare una definizione per il lavoro della Beutler lo si potrebbe descrivere come una psichedelica riflessione sul rapporto tra natura e cultura. [caption id="attachment_89034" align="aligncenter" width="1024"]el_jardin_de_las_delicias_de_el_bosco Trittico del giardino delle delizie[/caption] Sul palcoscenico la coreografa tedesca inventa un mondo visivo e simbolico che attinge e trae spunto dalle opere dei filosofi naturalistici pre-socratici, al Trittico del Giardino delle delizie di Bosch, passando per gli studi rinascimentali sulla simmetria e senza dimenticare di strizzare l’occhio all'estetica New Age e al Kitsch. [caption id="attachment_89035" align="aligncenter" width="1024"]thegarden3aanjabeutler-de Uno dei momenti dello spettacolo[/caption] [caption id="attachment_89036" align="aligncenter" width="640"]moko_2008_0814_ 133 Immagine da Tumblr[/caption] L’effetto, ipnotico e a tratti travolgente, è enfatizzato dalla stessa fisicità dei ballerini in scena e dalle musiche composte ad hoc dal dj Gary Shepherd e dalla band anti-pop Einstürzende Neubauten. È così che, infrangendo ogni dogma e stereotipo, dal Paradiso biblico di Adamo ed Eva si passa ben presto a quello che sembra essere più un raduno hippy inneggiante all’amore libero. thegarden6_foto_anja-beutler Altro punto cardine della cosmogonia di Beutler è l’utopia del mondo naturale. Nello spettacolo rivive infatti il mito del ritorno al paradiso perduto, quello di John Milton, ma anche quello del buon selvaggio di Rosseau. «Credo che il sogno di un ritorno alla natura non abbia tempo. La natura rappresenta per noi ciò che è puro, intatto, in contrasto con ciò che ha subito il passaggio dell’uomo, che è stato modificato dalla cultura, che è stato civilizzato per diventare ordinato quindi artificioso» spiega Nicole e si domanda: «Abbiamo bisogno di creare un nuovo tipo di umanità per dare forma a una società migliore? E la strada da percorrere è quella di un ritorno alla natura?». Il dibattito, a pochi giorni dall’entrata in vigore degli accordi di Parigi sul clima, è sicuramente più aperto che mai. Chi è Nicole Beutler Nata a Monaco ma residente ad Amsterdam dove attualmente lavora, Nicole Beutler ha costruito tutta la sua carriera tentando una costante fuga dalle inevitabili categorizzazioni all’interno di generi artistici. 3: The Garden è un ulteriore attacco a ogni stereotipo e forma d’ideologia.

Cosa c’era prima del mondo? E com’era il mondo prima che ci fosse qualcosa?
«All’inizio non c’era nulla. Tutto era blu, di una certa “bluezza” diciamo, se solo il blu fosse esistito perché non c’era nulla. Forse era tutto viola, non proprio viola però perché nemmeno il viola esisteva visto che ancora non c’era nulla». A raccontarcelo è Nicole Beutler con 3: The Garden, ultimo appuntamento con Olandiamo, la sezione del Romaeuropa Festival dedicata alla danza contemporanea olandese, andato in scena ieri sera a Roma al Teatro India. Con questo spettacolo la coreografa dà letteralmente vita a una sua suggestiva cosmogonia, estrapola parole e immagini da testi mitici, filosofici e sacri e li umanizza sulla scena con danze ipnotiche e sensuali. Assoluto protagonista di questo surreale giardino dell’Eden è il corpo. Volendo trovare una definizione per il lavoro della Beutler lo si potrebbe descrivere come una psichedelica riflessione sul rapporto tra natura e cultura.

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Trittico del giardino delle delizie

Sul palcoscenico la coreografa tedesca inventa un mondo visivo e simbolico che attinge e trae spunto dalle opere dei filosofi naturalistici pre-socratici, al Trittico del Giardino delle delizie di Bosch, passando per gli studi rinascimentali sulla simmetria e senza dimenticare di strizzare l’occhio all’estetica New Age e al Kitsch.

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Uno dei momenti dello spettacolo

moko_2008_0814_ 133
Immagine da Tumblr

L’effetto, ipnotico e a tratti travolgente, è enfatizzato dalla stessa fisicità dei ballerini in scena e dalle musiche composte ad hoc dal dj Gary Shepherd e dalla band anti-pop Einstürzende Neubauten. È così che, infrangendo ogni dogma e stereotipo, dal Paradiso biblico di Adamo ed Eva si passa ben presto a quello che sembra essere più un raduno hippy inneggiante all’amore libero.

thegarden6_foto_anja-beutler

Altro punto cardine della cosmogonia di Beutler è l’utopia del mondo naturale. Nello spettacolo rivive infatti il mito del ritorno al paradiso perduto, quello di John Milton, ma anche quello del buon selvaggio di Rosseau. «Credo che il sogno di un ritorno alla natura non abbia tempo. La natura rappresenta per noi ciò che è puro, intatto, in contrasto con ciò che ha subito il passaggio dell’uomo, che è stato modificato dalla cultura, che è stato civilizzato per diventare ordinato quindi artificioso» spiega Nicole e si domanda: «Abbiamo bisogno di creare un nuovo tipo di umanità per dare forma a una società migliore? E la strada da percorrere è quella di un ritorno alla natura?». Il dibattito, a pochi giorni dall’entrata in vigore degli accordi di Parigi sul clima, è sicuramente più aperto che mai.

Chi è Nicole Beutler

Nata a Monaco ma residente ad Amsterdam dove attualmente lavora, Nicole Beutler ha costruito tutta la sua carriera tentando una costante fuga dalle inevitabili categorizzazioni all’interno di generi artistici. 3: The Garden è un ulteriore attacco a ogni stereotipo e forma d’ideologia.