La politica della porta aperta ai rifugiati destinata a diventare centrale nella campagna elettorale dopo l’attentato di Berlino, l’economia e la destra xenofoba che avanza per la prima volta nella storia della Germania democratica. Il primo piano di Left questa settimana è dedicato al gigante economico europeo: una lunga intervista alla leader della Linke Katija Kipping, la sinistra tedesca: «La destra populista che cresce non si sconfigge prendendosela con gli elettori che la votano». Kipping ci parla delle diseguaglianze crescenti per alcuni settori della popolazione e delle prospettive di collaborazione con gli altri partiti di sinistra come in due Lander e al comune di Berlino: «Pronti a collaborare con Verdi e Spd, ma nulla è automatico: tasse e politica estera i nodi». Tra i temi, tornato di attualità dopo la strage al mercato di Natale, anche quello dei rifugiati e del dovere dell’accoglienza.
Quanto pesa Die Linke
È il partito della sinistra tedesca nato nel 2007 dalla fusione della Pds, forte in Germania est e guidata da politici provenienti da quella storia e la WASG fondata dall’ex leader Spd, Oskar Lafontaine. Il partito ha preso l’8,6% alle elezioni del 2013 e conta 64 deputati al Bundestag. Gli eletti al Parlamento europeo sono 7. Oltre che a Berlino, il partito è al governo in coalizione con Spd e/o Verdi in Brandeburgo e Turingia.
Lo speciale tedesco continua con un’analisii di Federica Matteoni che racconta l’annus horribilis della Cancelliera Merkel, stretta tra la destra che cresce e l’ala dura del suo partito furiosa per quelle che considera apertura a sinistra. Dalle porte aperte ai rifugiati passando per le quote rosa nelle grandi imprese e il congedo di paternità.
Alex Damiano Ricci, infine, ci racconta dei dilemmi della socialdemocrazia tedesca, che non sa ancora chi sarà il suo candidato al premierato e se fare una campagna elettorale per difendere la Grande Coalizione o guardando a sinistra.
L’articolo continua su Left in edicola dal 23 dicembre