Dopo l’apertura con l’originale narrazione di N-Capace (il film di Eleonora Danco a metà tra documentario e nuova creazione tout court) e dopo l’opera prima Fraulein di Caterina Carone (conosciuta come documentarista per Valentina Postika in attesa di partire), la rassegna Female Touch- in programma nello storico spazio romano di Blue Desk – si confronta per il secondo weekend con due opere d’autore che trattano con personalità due nervi scoperti del contemporaneo.
Sabato 11 novembre Liberami di Federica Di Giacomo, sul ritorno dell’esorcismo in Italia, e domenica 12 novembre, Carol di Todd Haynes, sul rapporto tra due donne nell’America puritana degli anni Cinquanta.
Premiati nei due massimi festival internazionali, a Venezia e a Cannes, attraverso la lente schiacciante del documentario (il primo) e la grazia della messa in scena (il secondo) riescono entrambi a declinare i due temi senza cadere nella pedanteria della dimostrazione, ma seguendo senza giudicare lo scorrere delle storie dei protagonisti.
In Liberami – di cui Federico Tulli scrisse su left all’uscita del film l’anno scorso nell’articolo Quest’esorcista non è un film – è descritta la quotidianità di un ‘instancabile’ esorcista palermitano. Ogni martedì alla sua funzione partecipano Anna, Enrico, Gloria, Giulia e molti altri, alla disperata ricerca di una cura per disagi e malesseri, a cui la Chiesa risponde istituendo una serie di corsi per allargare la schiera dei preti esorcisti. Così, lungo il film, i contrasti tra sacro e profano, antichità e modernità, vita quotidiana ed esorcismi, riescono a mettere in luce un inaccettabile medioevo contemporaneo.
In Carol, l’altra pellicola, uno dei più rigorosi tra gli indipendenti americani, il regista Todd Haynes (conosciuto per il film Io non sono qui su Bob Dylan), ci porta nella New York degli anni Cinquanta.
Therese Belivet, giovane impiegata in un grande magazzino di Manhattan, incontra Carol, una donna intrappolata nella prigione di un matrimonio di convenienza. L’immediata intesa che nasce tra loro piano piano si trasformerà in un sentimento, osteggiato sulle prime dalle rigide e rigorose convenzioni dell’America perbenista. L’oggetto del feroce giudizio in questo caso è l’omosessualità, ma in un mondo di conformismo qualunque vita fuori norma sarebbe stata deprecabile.
A Cannes nel 2015 il film è stato premiato per la miglior interpretazione femminile a Rooney Mara, ma entrambe le protagoniste (l’altra è Cate Blanchette) si calano magistralmente nei loro ruoli, facendo vibrare le pagine del romanzo The price of salt da cui Haynes è partito.
Anche nel secondo weekend di Female Touch, come da mission della rassegna, i film saranno accompagnati da due donne che vi hanno lavorato. Se le presenze nel primo appuntamento erano sicuramente più canoniche (regista ed attrice protagonista), in questo secondo il pubblico si troverà di fronte due figure più insolite per un dopo proiezione: per Liberami ci sarà l’operatrice e direttrice della fotografia Greta De Lazzaris e per Carol la doppiatrice di Cate Blanchette Emanuela Rossi.
Una bella occasione di dialogo per conoscere aspetti invisibili della macchina cinema, con il filtro del tocco femminile.
Per tutte le info e le prenotazioni: www.bluedesk.it un grazie speciale a www.simoneamendola.it