Dalle medie ai licei, il proselitismo delle organizzazioni giovanili di estrema destra dilaga negli istituti scolastici. Sono centinaia i rappresentanti di istituto “democraticamente” eletti. Ma il metodo di reclutamento è lo stesso del Ventennio: indottrinamento, vicinanza al partito, uso della forza. E chi si oppone o dissente finisce all’ospedale

Quattro dicembre, istituto tecnico “Faraday” di Ostia. I rappresentanti d’istituto organizzano un incontro per mettere in luce le «problematiche inerenti l’integrazione giovanile». A partecipare all’evento, Luca Marsella, neoeletto consigliere di CasaPound. Inevitabile, considerando che in quella scuola il Blocco studentesco, braccio giovanile della formazione politica neofascista, ha raccolto l’85% dei consensi, eleggendo tre rappresentanti d’istituto e due alla consulta degli studenti. Un plebiscito. Com’è stato un plebiscito il risultato raggiunto in tutto il X Municipio di Roma, con gli oltre duemila voti degli studenti. E così anche ad Ascoli, dove il 56% dei voti è andato al Blocco studentesco; o a Viterbo dove sia la presidenza che la segreteria della consulta sono targate Bs. E poi Milano, Napoli, Lecce, Venezia. E Abruzzo, dove ci sono rappresentanti alla consulta di Teramo, Pescara, Chieti e L’Aquila. In totale il Blocco ha collezionato oltre 56mila preferenze nei licei e istituti di tutta Italia. Numeri che hanno consentito di avere oltre 200 rappresentanti.

«Una crescita preoccupante e che dovrebbe invitare tutti a riflettere», come ammette anche Giammarco Manfreda, coordinatore nazionale della Rete degli studenti medi, un movimento scolastico di sinistra. Anche perché la galassia delle organizzazioni studentesche di destra è molto più ampia di quel che possa sembrare. Slogan fascisti, striscioni col consueto font littoriano, volantini su cui spicca, fiero, l’uomo italico col coltello tra i denti. L’orizzonte è vasto e le associazioni si moltiplicano. Fanno propaganda nei pub di riferimento, nelle palestre e nei centri sociali gestiti direttamente da esponenti di estrema destra.

È il caso di Azione studentesca, altro movimento di destra (vicino a Fratelli d’Italia, che spesso e volentieri mette a disposizione piccoli budget e sedi di partito) che negli ultimi anni è cresciuto tanto a Firenze, potendo contare sull’appoggio dello storico Casaggì, spazio occupato da fascisti e neofascisti dal 2005. E, proprio nella culla del renzismo, Azione studentesca ha conquistato la consulta provinciale con 18mila preferenze, conquistando 32 seggi su 58. Stesso identico risultato anche a Prato e a Pistoia. E a Rieti, dove i militanti di Azione studentesca sono riusciti a organizzare, con il placet dell’amministrazione locale, un convegno in consiglio comunale. «La risposta identitaria al modello mondialista», il tema. In linea col loro slogan («Tutto per la patria») e con il programma che portano all’interno delle scuole. «Combattere, perché non si ha altra scelta – recita il manifesto – difendendo la nostra Patria dall’invasione migratoria… restituendo una dignità alla nostra Nazione».

Non c’è tuttavia da sorprendersi: nell’orizzonte estremista c’è chi chiede…

L’inchiesta di Carmine Gazzanni prosegue su Left in edicola


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