Nel capoluogo toscano, Casaggì, approfittando del vuoto della politica, lancia la sua Opa su periferie e aree più disagiate della città. E spopola nelle scuole superiori. Grazie a un linguaggio apparentemente rinnovato, nessun leader, e attività benefiche per soli italiani

Su uno degli scaffali c’è una piccola scatola arancione con dentro un quadrato di stoffa grigia. Un tempo era nera, si è stinta con il passare degli anni. «Pezzo della camicia preferita dall’on. Almirante», c’è scritto sul vetro. In via Frusa, nella sede fiorentina di Casaggì, restano le stigmate del passato. È da lì, da un quartiere residenziale della Firenze bene, Campo di Marte, che parte l’offensiva della nuova destra verso le periferie, quelle sì, in crisi nera, verso le strade del centro divorate dallo spaccio. I concetti sono gli stessi di un tempo, ma le parole d’ordine sono cambiate: è una destra nuova, più scaltra, che non indugia sulle celebrazioni esplicite del fascismo, di Salò, del duce, che abbandona in un angolo le reliquie del passato. E che gioca sul filo della contiguità (istituzionale) con Fratelli d’Italia e il lavoro sulle strade tipico dei centri sociali di estrema destra. Un’esperienza toscana che riesce a erodere il terreno di conquista di CasaPound senza esserne la replica.

E la nuova destra si apre un varco dove fino a pochi anni prima non era neppure ipotizzabile. «Sono un militante di Casaggì». Ha esordito così Mattia Micunco, studente diciottenne del liceo Agnoletti di Sesto Fiorentino, quando il 14 novembre scorso era appena stato eletto presidente della Consulta degli studenti di Firenze. Una data epocale: Azione studentesca, la lista di Micunco, ha ottenuto 18mila voti in 45 scuole. E la schiacciante maggioranza nella Consulta. «Il nostro punto di riferimento è Casaggì, i candidati hanno fatto militanza attiva sul territorio», ha rivendicato il responsabile nazionale Anthony La Mantia. In realtà in molti istituti si era candidata solo Azione studentesca, assenti le altre liste. Ma negli istituti tecnici, specie delle periferie, Azione studentesca ha fatto il pieno di voti. «Perché dovrei meravigliarmi? – ha detto lo storico preside dell’istituto alberghiero Saffi Valerio Vagnoli, in un’intervista al Corriere Fiorentino -. La vittoria degli studenti di destra è l’espressione di un disagio che si poteva toccare con mano anche negli anni scorsi. Tanti ragazzi, scoraggiati dal degrado del mondo politico degli adulti, non vogliono sentir parlare di politica. E la rabbia cresce…».

Eppure Casaggì è politica. Per anni si è distinta in città per qualche volantinaggio davanti alle scuole, per i graffiti come quelli sul muro della ferrovia di Rifredi, davanti all’istituto tecnico Da Vinci. Il proselitismo fatto con i tag. Qualche frase…

L’inchiesta di Giulio Gori prosegue su Left in edicola


SOMMARIO ACQUISTA